Fu Bolaño, se non ricordo male, a dichiarare in un'intervista che per essere scrittore non c'è bisogno di immaginazione, ma di buona memoria. È un'affermazione suggestiva, con la quale, tuttavia, sono d'accordo solo in parte: la memoria è un esercizio di immaginazione, per come la vedo io. Si deve scrivere solo di temi nei quali uno si gioca molto, tutto. Per essere viva, la scrittura deve essere pericolosa: lo scrittore sta ricomponendo col suo lavoro qualcosa che per lui è essenziale, qualcosa senza cui non può vivere. Se non è così, ti sei professionalizzato, nel senso peggiore del termine: fai "prodotti", non "opere"; allora sei un "produttore" di finzioni, non un "creatore" che, bene o male, alimenta anime.