Ciò che si coglie dapprima dai libri di Margheri, è il ricorso alle sapienze antiche fuse con i moderni accorgimenti e, nel contempo, una fantasia quasi infantile, per nulla turbata dallo sconcerto del presente, né da fantasmi che tribolano nell’animo d’artista, ma proiettata a guardare sempre avanti.
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Lamberto Pignotti, Infinito in scatola
Tratto da Odissea, la sua prima raccolta poetica ciclostilata in un centinaio di copie nel 1954, il titolo della mostra è viatico di un percorso che vuole raccontare l’itinerario creativo e riflessivo di un intellettuale totale che, dall’avamposto privilegiato del pensiero poetico, ha costruito e articolato un discorso nuovo sull’arte poetica, intesa sin dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso come visione interdisciplinare e interartistica che non vuole assorbire passivamente le aggressioni dei «potenti mezzi di diffusione», ma inserirsi laboriosamente nei processi di stimolazione dei cervelli, nell’organizzazione di una cultura di massa che non sia cultura del controllo totale quanto piuttosto spazio di dibattito democratico.
La serena dolcezza della terra. A proposito di una mostra di ceramica celadon di Kawase Shinobu
Il celadon (in giapponese seiji) nasce come arte formalizzata in Cina durante la dinastia Song (960-1270), da dove poi si diffonde in tutta l'Asia. Il picco dell'arte del celadon è considerata la produzione Guan dei forni imperiali di Chiao-t'an, durante i secoli XII-XIII (dinastia Song Meridionale).
Astrazione povera
Costruita ed articolata come una riflessione proteiforme sull’Astrazione Povera di cui segue l’itinerario e ne traccia la cartografia, l’esposizione propone, assieme alle opere di Gianni Asdrubali, Antonio Capaccio, Annibel-Cunoldi, Mimmo Grillo, Bruno Querci, Mariano Rossano, Lucia Romualdi, Rocco Salvia, l’assunto teorico proposto con misurato esprit de géométrie da Filiberto Menna.
Elay Li a Milano
Ho studiato a Baku, nello stato dell'Azerbaijan, fino al 2012 e purtroppo trovavo enormi difficoltà nel presentare al pubblico i miei lavori. Erano dipinti realizzati con uno stile artistico denominato ''monocromo figurativo''. Le gallerie criticavano spesso il mio modo di dipingere, sostenevano che i miei lavori non erano ''completi''. Per loro i miei dipinti dovevano essere necessariamente più realisti. Questo mi ha dato la molla per cercare un' ambiente nel quale potessi esprimere più liberamente la mia sensibilità artistica e valorizzare il mio talento.