La metafora dello scavo è appropriata al mio lavoro poetico. Si "scava" nella lingua (anzi nelle lingue, fra lombardo, italiano e inglese) per scavare nella mente individuale, in quella collettiva (cioè la storia) e nella natura. Si parte sempre dall'esperienza: il dialetto è una parte di come ho vissuto io il mondo e per restituirne il senso, a me stesso e agli altri, frugo anche lì dentro. Il gioco linguistico fine a se stesso, di avanguardistica memoria, mi interessa poco.