Mi diverte l'idea, da lei sottolineata, che nei miei libri tengo sempre la luce accesa (ma la prima luce che lei cita viene da oltre le persiane, in quella che a Napoli si chiama la "controra"). La luce, ma anche l'ombra, compaiono un po' come dramatis personae in tutti i miei libri e costituiscono un soggetto che non ha ancora trovato soluzione.