Esattamente vent’anni fa, il numero secondo dell’anno diciannovesimo, nella quarta serie, di “In forma di parole”, quella che fu forse la più bella rivista internazionale di poesia pubblicata in Italia, fondata da Gianni Scalia e da lui diretta fino al 2014, usciva in forma monografica col titolo Emi-granti do rie. Poeti in genovese del Novecento.
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Vera Lúcia de Oliveira intervista Andrea Zanzotto
È un rapporto molto ambiguo, perché io sono nato in questo paesello prealpino veneto, sono sempre vissuto qui, mi sono spostato poco e sempre meno volentieri, con il passare degli anni. Questo fondo di angolo nascosto mi dava la possibilità di restare in una specie di rifugio "dalla storia". Era un rifugio non certo del tutto sotterraneo, ma formato di cunicoli che potevano condurre all'aperto o al chiuso a seconda delle esigenze di riparo, entro la mobilità onirica di quel caos che tutti abbiamo in noi.
Francesco Davoli intervista Luciano Cecchinel
Luciano Cecchinel nasce a Lago, frazione del comune di Revine Lago, in provincia di Treviso, nel 1947. Nel 1971 si laurea in Lettere moderne presso l'Università di Padova, e insegna a lungo materie letterarie nella scuola media. Ha pubblicato le raccolte di poesia Al tràgol jért. L'erta strada da strascino (I.S.Co, 1988; successivamente riedita,… Continue reading Francesco Davoli intervista Luciano Cecchinel
Elena Diosono intervista Enio Cricco
Auspico che i dialetti sopravvivano e si incrementi la tendenza a farli riscoprire. I giovani hanno bisogno di conoscere altre strade e altre possibilità che al nostro tempo si rifiutavano a priori. Ricordo che nell’immediato dopoguerra parlare di dialetto era riconoscere un sentimento, un essere inferiore, fuori dalla realtà, una denuncia di incultura; era sinonimo di volgarità, di povertà di spirito. Se si potesse invece recuperare il valore dei dialetti, riscoprirli e studiarli più a fondo magari aumentandone la conoscenza.