Per la sua prima personale in Italia, Tian Li (Beijing, 1967) propone un progetto antologico con opere che vanno dal 2003 al 2018 in cui il tempo sembra fermarsi e la tradizione orientale si coniuga a quella della pittura occidentale per dar vita a piacevoli racconti, a atmosfere evanescenti, a composizioni in cui la figura umana tace per lasciare il posto a oggetti e cose semplici della vita quotidiana.
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Milica Janković, metaMONDI
Articolandosi nelle due sale, il percorso espositivo vuole elaborare una riflessione sulle tracce della memoria – quella personale e quella collettiva – e sulle sue materializzazioni plastiche, attraverso una serie di micromondi metafisici, dove l’ambiente domestico viene ricostruito e messo in scena all’interno di piccole e preziose scatole di cartone.
Lamberto Pignotti, Infinito in scatola
Tratto da Odissea, la sua prima raccolta poetica ciclostilata in un centinaio di copie nel 1954, il titolo della mostra è viatico di un percorso che vuole raccontare l’itinerario creativo e riflessivo di un intellettuale totale che, dall’avamposto privilegiato del pensiero poetico, ha costruito e articolato un discorso nuovo sull’arte poetica, intesa sin dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso come visione interdisciplinare e interartistica che non vuole assorbire passivamente le aggressioni dei «potenti mezzi di diffusione», ma inserirsi laboriosamente nei processi di stimolazione dei cervelli, nell’organizzazione di una cultura di massa che non sia cultura del controllo totale quanto piuttosto spazio di dibattito democratico.
Astrazione povera
Costruita ed articolata come una riflessione proteiforme sull’Astrazione Povera di cui segue l’itinerario e ne traccia la cartografia, l’esposizione propone, assieme alle opere di Gianni Asdrubali, Antonio Capaccio, Annibel-Cunoldi, Mimmo Grillo, Bruno Querci, Mariano Rossano, Lucia Romualdi, Rocco Salvia, l’assunto teorico proposto con misurato esprit de géométrie da Filiberto Menna.
Elay Li a Milano
Ho studiato a Baku, nello stato dell'Azerbaijan, fino al 2012 e purtroppo trovavo enormi difficoltà nel presentare al pubblico i miei lavori. Erano dipinti realizzati con uno stile artistico denominato ''monocromo figurativo''. Le gallerie criticavano spesso il mio modo di dipingere, sostenevano che i miei lavori non erano ''completi''. Per loro i miei dipinti dovevano essere necessariamente più realisti. Questo mi ha dato la molla per cercare un' ambiente nel quale potessi esprimere più liberamente la mia sensibilità artistica e valorizzare il mio talento.