Per me tradurre rappresenta prima di tutto proporre al lettore italiano un’opera letteraria che io apprezzo. Infatti scelgo solo testi che mi piacciono; non so nemmeno immaginare di tradurre un’opera che non mi piace. Significa anche dare accesso a una cultura e una mentalità diversa da quella italiana. Io traduco dal giapponese, una cultura molto distante dalla nostra (sebbene presenti dei punti in comune), perciò la pratica della traduzione non ha solo un valore letterario, ma anche sociale.