Utilizzare direttamente la lingua italiana per scrivere poesie è molto gratificante, poiché so che non oso scriverle in cinese. Se le scrivessi in cinese, non potrei mai considerarle poesie. Quando scrivo in francese o italiano so che le persone riconoscono che sono straniera, non scrivere bene e così posso essere perdonata. Al massimo qualche lettore potrebbe fare lo stesso commento che io ho rivolto al pittore del mercatino: folle! La poesia può esprimere con poche parole molte emozioni, è molto bello. Ma la narrativa mi piace scriverla nella mia lingua madre.
Categoria: L’Italiano
Paolo Silvestri intervista Cecilia Casini
L’intervista analizza la situazione della Cattedra d’Italiano dell’Università di San Paolo (Brasile) e si occupa dei motivi per cui i giovani brasiliani decidono di studiare la nostra lingua
Fethia Moussa intervista Fethi Nagga
L’intervista analizza la situazione della Cattedra d’Italiano dell’Università di Tunisi "El Manar" (Tunisia) e si occupa dei motivi per cui i giovani tunisini decidono di studiare la nostra lingua
Paolo Silvestri intervista Julijana Vuco
L’intervista analizza la situazione della Cattedra d’Italiano di Belgrado e del Montenegro e si occupa dei motivi per cui i giovani della ex Jugoslavia decidono di studiare la nostra lingua
Cinzia Franchi intervista Antonio Donato Sciacovelli
La questione del fascino italiano è insieme complessa, interessante ma forse troppo dibattuta nei nostri ambienti: da un lato è comprensibile che per ragioni storiche, politiche, culturali, gli Ungheresi abbiano sempre guardato all'Italia, alle spinte e agli stimoli culturali che dall'Italia giungevano - e forse giungono ancora -, con ammirazione e desiderio di emulazione; non dimentichiamo che le università italiane furono il primo approdo per gli studenti magiari nel Medioevo, che i contatti politici hanno sempre funto da canali di trasmissione delle opere letterarie, della musica, del gusto per le cose belle e buone e soprattutto di quella che oggi potremmo chiamare l'immagine di un popolo.