Utilizzare direttamente la lingua italiana per scrivere poesie è molto gratificante, poiché so che non oso scriverle in cinese. Se le scrivessi in cinese, non potrei mai considerarle poesie. Quando scrivo in francese o italiano so che le persone riconoscono che sono straniera, non scrivere bene e così posso essere perdonata. Al massimo qualche lettore potrebbe fare lo stesso commento che io ho rivolto al pittore del mercatino: folle! La poesia può esprimere con poche parole molte emozioni, è molto bello. Ma la narrativa mi piace scriverla nella mia lingua madre.
Autore: Valentina Pedone
Valentina Pedone, professore associato, insegna Lingua e Letteratura Cinese presso l’Università di Firenze. Si è formata presso l’Università di Roma Sapienza, dove ha conseguito il dottorato in Storia e Civiltà dell’Asia Orientale. Ha perfezionato lo studio della lingua cinese a Pechino e negli Stati Uniti grazie a prestigiose borse di studio. Da anni si occupa di bilinguismo, seconde generazioni e migrazione cinese, temi su cui ha pubblicato diversi articoli e volumi in Italia e all’estero.