Cara Maria Gioia, nel tuo «Libri all’antica» Le edizioni dell’Elefante nel panorama dell’editoria italiana (1964-2011) prima di raccontare le vicende editoriali di Enzo Crea tracci un interessantissimo excursus sull’editoria italiana del dopo guerra, potresti raccontarci qualcosa in più di questo periodo in cui convivono grandi e piccoli editori? La storia dell’editoria italiana nel secondo dopoguerra… Continue reading Stampare «Libri all’antica». Dialogo con Maria Gioia Tavoni
Autore: Chiara Moretti
F.lli Lega: da Stabilimento Grafico a Bottega Storica. Chiara Moretti dialoga con Vittorio Lega
Francesco Lega rilevò nel 1910 a Faenza una officina tipografica ed editoriale secolare, gestita allora dall'Orfanotrofio Maschi di Faenza, ma che risaliva, attraverso i marchi Montanari, Conti e Archi, ai primi anni del Settecento. I 10 figli di Francesco, alcuni dei quali ancora in tenera età, furono avviati al lavoro nella tipografia che, alla morte del fondatore, mutò nome in Fratelli Lega. Giunta alla quarta generazione, l'azienda continua oggi negli stessi locali l'attività editoriale e quella commerciale di cartoleria.
Mille di questi libri. Chiara Moretti dialoga con Paola Gribaudo
Mille libri sono un numero impressionante che ha stupito anche me. Per precisione ora sono già 1025! La mia non è stata mai una ricerca di quantità ma di qualità dei libri che ho curato in questi anni. Mi sono avvicinata a questo mondo grazie a una tradizione famigliare,mio padre ha iniziato le collana delle Grandi Monografie per i Fabbri Editori nei primi anni sessanta e io dopo la mia laurea mi sono subito occupata di portare avanti questa affascinante avvenuta editoriale. Il mio primo libro è del 1981, mentre studiavo ancora, trascorrevo già molto tempo nello studio di mio padre e impaginai un catalogo "Da Renoir a Picasso" per il Museo Petit Palais di Ginevra.
Storia di un torchio. Chiara Moretti intervista Maria Gioia Tavoni
Ritornando a quel mio breve intervento, essermi imbattuta nella conoscenza del torchio al Vittoriale, mi indusse a chiedere, poco prima della pubblicazione, e poi ripetutamente, ai conservatori dei libri e delle carte di D'Annunzio se avevano notizie di quella pressa e dove era possibile che essa fosse conservata. Mi dissero all'epoca che, nonostante ripetute ricerche – ho ancora documentazione fra le mie email - non avevano trovato nulla. Del ritrovamento del torchio personalmente non mi è mai stata data notizia. L'ho scoperto solo tramite un amico che mi ha fornito il link per documentarmi in merito.