La Storia del mondo è prevalentemente la storia delle guerre. La storia insegnata a scuola è scritta da storici, i quali esaltano gli imperatori e i sovrani. Non è possibile trovare l’uomo comune in quella Storia. Ma la letteratura, invece, parla di uomini comuni. Lo fa la poesia come la prosa. È per questo che io amo la letteratura più della Storia.
Autore: Anna Belozorovitch
Anna Belozorovitch intervista Theo Dorgan
La poesia, nel senso di scrittura di un testo poetico, è un atto di resistenza alla mortalità. Una poesia resiste al linguaggio quotidiano dei luoghi comuni, ricerca le radici, le etimologie, gli arcani dei sentimenti, l'imprevisto, il singolare e il condiviso: tutto ciò alla faccia di un discorso che ci ridurrebbe a consumatori passivi, a esseri umani intimiditi e terrorizzati.
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Credo che la poesia sia l’infanzia del linguaggio, e il linguaggio è prima di tutto il nostro modo di nominare, celebrare, cantare la meraviglia della natura. Ci sono popoli senza letteratura ma non ce n’è uno solo senza poesia, senza canzoni per affermare il mistero elementare di essere vivi.
Anna Belozorovitch intervista Ana Luisa Amaral
A scuola avevo imparato a memoria una poesia che si chiama O passeio de Santo Antonio di Augusto Gil, che allora andava molto di moda perché era un poeta legato al regime, e credo che sia stata proprio la cadenza di quella poesia ad avermi incantato. Poi, a nove anni circa, ho letto un libro che è stato per me una rivelazione: O cavaleiro da Dinamarca di Sophia de Mello Breyner. È un racconto per ragazzi, ma è tra i testi più belli che io conosca. Ho letto il libro e mi è venuta la febbre a quaranta. L'ho sentito davvero nel mio corpo.