Il volume, molto più di un catalogo, rappresenta un importante contributo alla storia dell’editoria italiana di pregio, documentando l’attività sessantennale dell’Officina Chimerea di Verona, una delle più significative private press italiane, che festeggia con questo volume, i cinquanta titoli pubblicati. La struttura dell’opera offre una prospettiva sia storica che critica dell’attività della casa editrice, oltre a fornirne un elegante catalogo completo, corredato da immagini di tutte le opere prodotto e fotografie di momenti salienti della vita della private press veronese.
Il contributo iniziale di Alessandro Corubolo, significativamente intitolato Printed in friendship, introduce il lettore alla filosofia che ha guidato l’attività dell’Officina, richiamando nel titolo stesso quella dimensione di relazioni culturali e personali che caratterizza tutto il lavoro dell’editore che stampa “in amicizia”, come egli stesso descrive il sodalizio con Gino Castiglioni, con cui condivide da sempre la passione per la poesia anche la più ricercata e criptica. Il testo di Eleanor M. Garvey, originariamente pubblicato nel catalogo del 1991, ricorda il primo ‘nato’ Concerto del 1960, in cui i due giovani soci, affiancati da Primalba Corubolo, sorella di Alessandro in veste di autrice, crearono la loro prima “prova tipografica”: testi, disegni, incisioni, stampa manuale e legatura. E questo è il filo rosso che lega tutte le edizioni uscite dal torchio dell’Officina Chimerea: l’attenzione alla dimensione letteraria dei testi, la qualità tipografica, il coinvolgimento di grandi artisti, la cura nel confezionamento degli esemplari.
È profondo il dolore per la malattia invalidante del socio, Gino Castiglione, che costringe Corubolo a lasciare la location in cui si erano succeduti tanti anni di proficuo lavoro. Ma è qui che emerge la grande forza di volontà di Corubolo: spostare un torchio delle dimensioni del loro, non significa solo trovargli una giusta collocazione, uno spazio che possa renderlo operativo, ma scovare e preparare chi può aspirare alla dimensione di tipografo manuale.
Non vittima predestinata ma persona scelta per l’apporto auspicato di collaborazione con Corubolo, Agostino Contò, bibliotecario con all’attivo profondi studi sui primordi della stampa, arricchisce con un suo breve saggio Private chimere tipografiche, che colloca l’attività dell’Officina nel più ampio contesto della storia della tipografia e dell’editoria di pregio, fornendo un quadro interpretativo essenziale per comprendere il valore culturale dell’iniziativa veronese, nata non a caso in una città dall’illustre tradizione tipografica fin dal XV secolo, quando Giovanni da Verona stampò il De re militari di Roberto Valturio. E a quella tradizione di creatività ma anche di manualità e pazienza si ispira il lavoro dell’Officina Chimerea che per sessant’anni ha mantenuto costante il gusto, ma direi anche il rispetto, verso le carte, i caratteri, gli inchiostri che contribuiscono a un paratesto di notevole momento.
Il catalogo, suddiviso in due periodi (1960-2001 e 2018-2023), documenta una produzione che si distingue per continuità e coerenza, pur con questa cesura, lunga pausa di riflessione, che però conferma e non smentisce il percorso intrapreso: si vuole continuare a far libri così, “con la lentezza dell’operare” che non è del nostro agire contemporaneo, ma è il segreto per cogliere l’essenza delle cose, in cui è il “fare” e non il “prodotto” ad avere significato. L’ultima opera, Bianco su bianco, una scelta di poesie inedite di Ghiannis Ritsos è un omaggio a Castiglioni e alla passione condivisa con Corubolo per la Grecia e ai suoi colori, così ben interpretati dalle incisioni di Virginia Lorenzetti, giovane artista, allieva di Marina Bindella, incisore e docente all’Accademia di Belle Arti di Roma che svetta fra le celebrità dell’Officina.
Completano il volume gli apparati, che includono brevi stralci di lettere, indici e una bibliografia essenziale, strumenti di ricerca ma anche testimonianza loro stessi, della fitta trama di relazioni tra artisti, letterati, testi e immagini che da sempre caratterizzano lo stampare dell’Officina. Sono infatti documenti che costituisco il fervido interscambio che agevola la lettura.
Poco dicono le parole con cui ho letto e interpretato il testo dell’ambito compleanno della Chimerea Officina. Difficile rendere in prosa la qualità sia delle fonti di cui la società si è impegnata sfoderando passione e rigore, sia le scelte dei brani, o intere espressioni che hanno puntato a rime e testi non sempre di facile lettura. Spero si avverta che anche la sola lettura genera amore per l’ars artificialiter scribendi giunta mirabilmente fino a noi.
L'autore
- M. G. Tavoni, già professore ordinario di Bibliografia e Storia del libro, è studiosa con molti titoli al suo attivo. Oltre a studi che hanno privilegiato il Settecento ha intrapreso nuove ricerche su incunaboli e loro paratesto per poi approdare al Novecento, di cui analizza in particolare il libro d’artista nella sua dimensione storico-critica. Diverse sono le sue monografie e oltre 300 i suoi scritti come si evince dal suo sito www.mariagioiatavoni.it
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