Cara Maria Gioia, nel tuo «Libri all’antica» Le edizioni dell’Elefante nel panorama dell’editoria italiana (1964-2011) prima di raccontare le vicende editoriali di Enzo Crea tracci un interessantissimo excursus sull’editoria italiana del dopo guerra, potresti raccontarci qualcosa in più di questo periodo in cui convivono grandi e piccoli editori?
La storia dell’editoria italiana nel secondo dopoguerra è variamente complessa: si passa da gestioni anche familiari a interventi di vera e propria audacia capitalistica. Sospinti dalla primavera che fiorisce sempre dopo grandi catastrofi, a partire dagli ultimi anni Cinquanta, la ripresa economica in Italia segna una svolta importante, favorevole pure all’editoria. Da una parte si fa leva su percorsi di lettura per i più disagiati, orientando la produzione sui libri “tascabili”, sostenendo tale produzione praticata in primis dalla Rizzoli, con la creazione della collana BUR, il cui acronimo si scioglie in Biblioteca Universale Rizzoli, poi presa in considerazione da altri agguerriti produttori. Sembrò dapprima una panacea per i suoi risvolti anche sociali, e venne subito seguita da una produzione su larga scala. Basti ricordare il peso che i tascabili ebbero nelle librerie, oltre che nelle edicole. Finì tuttavia per essere un Boomerang, come si racconta nel libro. Anche la letteratura scolastica, grazie al sostegno governativo con leggi per sorreggere le elementari, e non solo, aprì un varco alle case editrici scolastiche che seppero, come la Zanichelli della gestione Enriquez, orientare il proprio catalogo, dedicandolo in primis alla editoria per la scuola con testi che divennero perfino dei classici. Molti sono stati gli autori che hanno studiato tale editoria e promosso studi per la scuola, la cosiddetta letteratura scolastica, da Elisa Marazzi (L’editoria scolastico-educativa e la ricerca storica. Il caso italiano), oppure Amalia Maria Amendola (Materiali per una storia dell’editoria scolastica in Italia [1970-2012]). A tale vivacità produttiva fa risconto anche l’editoria di nicchia, quella nella quale si riconosce pure l’editore da me studiato, Enzo Crea. Per non parlare di esperienze fra torchio e immagini di parole che si rilevano nei libri d’artista, oggi con una produzione limitata ma con modelli molto richiesti che fanno sperare a che si ritrovi uno degli antichi ruoli del libro: essere bello “dentro e fuori”. Nelle mie pagine non tutto il percorso della ripresa dell’editoria di nicchia è stato verificato: è mia intenzione continuare ad approfondire questo argomento in una prossima pubblicazione.
Il bel comporre e la stampa raffinata caratterizzano il lavoro di Enzo Crea, in quale occasione ti sei imbattuta per la prima volta nelle Edizioni dell’Elefante?
Come “Turisti per caso” anch’io posso ricordare che solo per caso ho preso nota delle Edizioni dell’Elefante. Mentre guardavo i cataloghi a stampa e online per arricchire la mia collezione mi sono imbattuta non in uno ma in due diversi cataloghi delle Edizioni dell’Elefante. Ho potuto pertanto ordinarli e metterli a giacere con gli altri cataloghi, mentre ero impegnata con un collaboratore molto bravo, Samuele Di Saverio, per fare insieme la biografia intellettuale di un artista, prevalentemente xilografo, Roberto Gianinetti. Quando è venuta a trovarmi una cara allieva, in sua presenza, non so come sono riemersi i due cataloghi dell’Elefante, e da questa riscoperta ho pensato di dedicarmi alla storia di questa casa editrice. Concludendo un lavoro e iniziando un altro libro il passo è stato breve, proprio perché il tema è molto interessante e Federica Rossi, la mia allieva, ha saputo coniugare molto bene al mio lavoro critico anche il suo catalogo storico, impreziosendo così il mio excursus.
Intellettuali e artisti hanno affiancato Enzo Crea nella sua attività editoriale, tra questi non possiamo dimenticare Armando Petrucci, come il grande paleografo ha collaborato con Enzo Crea?
Credo di aver apportato un contributo agli interessi di Armando Petrucci e alla sua bibliografia. Presso Crea hanno lavorato per i cataloghi delle Edizioni dell’Elefante molti intellettuali, alcuni già di ruolo nell’Università Sapienza di Roma, altri già conosciutissimi: se Carlo Dionisotti sostiene la casa editrice, come prova una bellissima lettera utilizzata da me per la quarta di copertina, insieme ad altri studiosi, fra cui Ceronetti, Portoghesi, Gregory, Fumaroli, fra tutti spicca per notorietà inter e pluridisciplinare, Armando Petrucci come anche il padre Alfredo, al servizio di Crea per migliorare la qualità dei suoi prodotti. Se del padre abbiamo notizia di compensi ricevuti per il lavoro svolto per le Edizioni dell’Elefante, quanto ad Armando Petrucci e al suo apporto alle ‘perle’ di Crea, sembra più una guida che non un lavoro retribuito, ovvero i suoi interventi si caratterizzano per migliorare con amicizia la produzione della Casa dell’Elefante. L’ingresso di Petrucci nei cataloghi Crea è infatti uno spicchio del suo onnivoro sapere, una novità anche per tutti gli allievi e i suoi ammiratori che fino ad ora non ne erano a conoscenza.
Il libro si chiude con l’interessantissimo catalogo storico curato da Federica Rossi, che ci permette di conoscere l’intera produzione di Enzo Crea, puoi raccontarci come è nato questo catalogo?
Dopo avere sondato la produzione di Crea, anche per dare ragione dei suoi tanti interessi, della sua ‘poetica’, oltre che della sua politica, editoriale, è diventato quasi necessario il ricorso all’appendice bibliografica. Spogliando i cataloghi di biblioteche, librerie antiquarie e collezioni private italiane e straniere e raffrontandoli con quelli editoriali, si è giunti – speriamo – a raccogliere le notizie bibliografiche di tutti i libri pubblicati dall’Elefante, tra il 1964 e il 2010, comprendendo anche la produzione delle plaquette, cioè il divertissement di Enzo Crea, la sua opera più creativa, fatta di edizioni a tiratura limitata di brevi testi accompagnati da incisioni esclusive. Complessivamente sono state descritte 200 pubblicazioni: 14 cataloghi editoriali, 174 edizioni ‘maggiori’, 11 plaquette fuori commercio e una serie di 100 fotografie-cartolina, edite per il V Centenario dell’arte tipografica in Italia. Speriamo di poter presto annunciare anche l’inaugurazione di una nuova mostra, che finalmente dia ragione di tutta l’elegante produzione di Enzo poi di Alessio Crea e del loro Elefante, la cui simbologia è variamente interessante.
L'autore
- Chiara Moretti è la webmaster di Insula europea (http://www.insulaeuropea.eu/chi-siamo/chiara-moretti/)
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