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Dalle carte alla scrittura: la tappa romana del viaggio italiano del giovane Mozart

In occasione della conferenza tenuta presso la Fondazione O. Carletti Bonucci di Perugia il 23 maggio u.s. ho voluto proporre al pubblico una conversazione dal titolo: Dalle carte alla scrittura: la tappa romana del viaggio italiano del giovane Mozart. Quello che mi premeva era, infatti, raccontare il lavoro di ricerca nei fondi della Biblioteca Apostolica Vaticana a proposito della tappa romana del primo viaggio in Italia compiuto dal giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart, insieme a suo padre Leopold, nel 1770, e il successivo passaggio da questi alla scrittura di un romanzo-saggio. Le scoperte documentarie inedite, il rapporto tra loro e con quanto era finora noto da altri tipi di fonti, e poi la loro “elaborazione” letteraria, fino alle scelte editoriali e redazionali che hanno portato alla stesura del racconto.

Se, infatti, il celebre episodio della trascrizione a memoria e della successiva esecuzione pubblica del Miserere di Gregorio Allegri da parte di Wolfgang era noto finora esclusivamente grazie alle fonti mozartiane – le lettere alla famiglia di Leopold, con le aggiunte e le postille di Wolfgang, e la testimonianza successiva della sorella Nannerl – una rivisitazione del fondo Cappella Sistina della Biblioteca Apostolica Vaticana ha permesso di completare e integrare questa documentazione mediante i libri contabili di quella Istituzione e soprattutto il Diario del Segretario-Puntatore per l’anno 1770. Strumenti di tipo economico-amministrativo il primo e documentario-disciplinare il secondo, queste due fonti, fino ad ora mai perlustrate in relazione al viaggio dei Mozart, hanno permesso di ricostruire le circostanze precise della loro visita: il programma liturgico-musicale della Settimana Santa pontificia, il clima di Roma sia meteorologico sia spirituale sia politico nei giorni del loro soggiorno, i principali accadimenti delle settimane precedenti e la vita artistica, ma anche semplicemente umana del coro che accompagnava le celebrazioni papali. In più stretta relazione coi Mozart, il Diario offre un resoconto assai minuzioso, e di fatto unico, delle esecuzioni del coro nelle serate in cui Leopold e Wolfgang furono presenti in Sistina, sia per quel che riguarda il programma e la scelta dei brani sia anche per il livello musicale e disciplinare di quelle esecuzioni. È ora finalmente possibile ricostruire quello che i due salisburghesi ascoltarono sotto la volta michelangiolesca e anche la qualità delle esecuzioni, oltre a disporre di materiale documentario che permette di confermare la sostanziale bontà e affidabilità della ricostruzione storica offerta dalle lettere di Leopold.

Se, infatti, la documentazione riemersa dalla Biblioteca Vaticana non fa mai esplicita menzione del giovanissimo musicista e di suo padre, offre tuttavia una serie di elementi che convergono perfettamente con la narrazione di Leopold, permettendone una verifica e una conferma, come non era mai successo prima, almeno quanto alla tappa romana del viaggio. A questa verifica e validazione dell’affidabilità delle lettere mozartiane concorre anche tutto il materiale emerso da un altro fondo della Biblioteca Apostolica Vaticana, che è quello degli Editti, ossia la raccolta completa di tutte le affissioni pubbliche che l’amministrazione capitolina era solita emanare nel corso degli anni. Il volume dedicato al 1770 permette di avere sotto gli occhi tutte le disposizioni emesse in quell’anno, alcune delle quali affisse proprio nei giorni del passaggio dei Salisburghesi a Roma. Anche da queste emergono elementi di confronto e validazione delle fonti mozartiane e sostanziali integrazioni a quel racconto, che permettono una forte contestualizzazione dell’episodio del Miserere trascritto a memoria, che fino ad ora aveva avuto attorno una sorta di aura mitologica e piuttosto irrealistica.

A questo materiale si sono aggiunti quelli emersi da rapide e mirate incursioni nei fondi dell’Archivio Apostolico Vaticano, dai quali ho tratto elementi importanti in ordine alla ricostruzione della carriera di Carlo Cristofari, cantore sistino assunto proprio nel 1770 a seguito di un non regolarissimo concorso, che qualche sera dopo Pasqua avrebbe assistito all’esecuzione del Miserere da parte di Wolfgang durante una serata mondana, controllandone la trascrizione, confermandola e complimentandosi con lui per la brillante impresa.

La conversazione si è conclusa con una discussione relativa alle modalità letterarie e stilistiche con le quali ho provato a offrire al pubblico tutta questa serie di informazioni storiche nella veste di un saggio letterario, uscito nel 2022 presso l’editore Sellerio col titolo: «Il giovane Mozart in Vaticano. L’affaire del Miserere di Allegri».

(Il testo è stato letto nel ciclo delle Conferenze della Fondazione Carletti Bonucci)

 

 

L'autore

Giacomo Cardinali
Don Giacomo Cardinali (Mondavio, 1977) filologo e paleografo, Aiuto-Scriptor presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, si occupa di manoscritti e di libri a stampa tra XVI e XVIII secolo, sia greci sia latini, di storia delle biblioteche e del collezionismo antiquario, di letteratura neolatina e teatrale.