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Non solo canzoni tradotte

In quanti modi si può fruire di una canzone? In quanti modi si presta alla ricerca e all’insegnamento? In che misura possiamo intenderla come chiave d’accesso alla multiforme cultura del nostro tempo? O come tessera di un mosaico di linguistico? O come cartina tornasole delle sperimentazioni musicali o letterarie? Nel corso Italian Songs: Cantautori to Trap, che tengo ogni biennio alla Georgetown University di Washington DC, dove insegno, adotto una miscela di questi approcci, avendo riflettuto criticamente sul problema. Trovandomi di fronte studenti americani che spesso nulla conoscono della canzone italiana, ho constatato, come molte colleghe e molti colleghi che insegnano all’estero, la carenza di strumenti didattici, antologie critiche o anche semplici raccolte che abbiano un criterio omogeneo. Se da un lato non mancano risorse didattiche basate sulla canzone per la glottodidattica ‒ disciplina e pratica sempre attiva nei corsi di italiano a stranieri anche nei corsi di letteratura e cultura ‒, si avvertiva tuttavia la necessità di brevi testi critici su cantanti e canzoni che offrissero una visione della storia della canzone come percorso per lo studio della storia sociale e culturale del nostro paese dal dopoguerra ad oggi.

E così, nel 2018, con l’aiuto da un grant di Georgetown e la collaborazione di molte colleghe e molti colleghi, ho creato uno strumento che tenta di colmare quel vuoto. Il sito www.TheItalianSong.com, rivolto a lettori internazionali, è completamente open access e bilingue e contiene decine di canzoni italiane tradotte e di profili critici di cantanti. Di ogni testo viene fornita la versione in italiano e in inglese per raggiungere un pubblico globale e fornire strumenti didattici, divulgativi e critici a studiosi e insegnanti a livello internazionale. Contrariamente a quanto accade su molti siti web, che adottano approcci dilettantistici o si avvalgono di traduzioni condotte con l’IA, www.TheItalianSong.com si impegna ad offrire un’alta qualità nelle traduzioni dei testi, con versioni elaborate da professionisti degli studi culturali, della linguistica e della critica letteraria. Quando non si è voluto tentare di mantenere una prosodia o uno schema di rime (succede in pochi casi, per esempio in “Sally” o “Vita spericolata” tradotte da Chris Newman, che ha anche firmato il testo critico su Vasco Rossi), è perché il senso delle traduzioni è anzitutto quello di aiutare la comprensione del testo italiano, peraltro sempre visualizzato in parallelo con le sue peculiarità di metro e rima.

Ma  www.TheItalianSong.com non si limita a offrire traduzioni di testi di canzoni: l’aspetto più significativo del sito è costituito dagli approfondimenti critici su ogni cantante e dalle schede critiche (queste ultime per ora solo in italiano ma in continua espansione). Un altro aspetto sul quale è stata posta particolare cura è quello della trascrizione dei testi, per la quale ci si è avvalsi di un elementare metodo ecdotico e controlli in équipe.

Nel mondo accademico, italiano e non, la canzone si è prestata prima di tutto alla riflessione linguistica (Giuseppe Antonelli, Lorenzo Coveri, Luca Serianni, Luca Zuliani) e sociologica (Alessandro Carrera, Stefano Nobile, Marco Santoro); poi musicologica (Franco Fabbri, Stefano La Via) e ha fornito uno strumento importante per la glottodidattica (Fabio Caon) e per una riflessione storica sul genere canzone (Gianni Borgna, Paolo Jachia, Leonardo Colombati, Paolo Talanca). Fino a poco tempo fa, prima che negli studi culturali venisse adottato un approccio rigoroso nello studio della canzone (Jacopo Tomatis), difficilmente ci si sarebbe accostati a questo ambito per svolgere una riflessione culturale, letteraria e storica sull’Italia del ventesimo e ventunesimo secolo.

Oltre a costituire un repertorio di brani di cantautrici e cantautori, poi esteso a comprendere artiste e artisti della canzone in ogni categoria, www.TheItalianSong.com fornisce materiali per uno studio critico e ragionato della canzone italiana, dalle sue origini ai giorni nostri e, segnatamente, testi critici di accademici su entrambi i lati dell’oceano. —La metodologia impiegata  include gli strumenti dell’analisi  letteraria, analogamente a quanto ho fatto ne La citazione è sintomo d’amore (Carocci 2016), ma non si limita a questi, aprendosi alla prospettiva degli studi culturali, perché l’obiettivo primario del sito vuole essere soprattutto quello di costituire un primo dispositivo didattico e di indagine critica della canzone italiana a tutto tondo.

Si parte da una premessa ecdotica che governa la trascrizione dei testi: www.TheItalianSong.com si propone di diffondere la conoscenza della cultura italiana presso un pubblico globale tracciandone i momenti salienti fissati dalle canzoni più significativi dagli anni ’50 del XX secolo. Proprio perché nasce come sussidio didattico ‒ e tuttavia di qualità e rigoroso ‒ la selezione dei testi e degli artisti non è priva di una certa arbitrarietà, dettata dalle necessità dell’insegnamento. Ma arbitrarietà non significa approssimazione e si è dunque operato stabilendo delle precise regole ecdotiche e di trascrizione di cui daremo conto a breve. In generale, e, se si eccettua l’ipotesi in cui i testi sono stati pubblicati con la supervisione autoriale—come nel caso di Francesco De Gregori, per cui si è seguita l’edizione di Enrico De Regibus (Giunti, 2020)—è stato adottato un metodo uniforme per garantire coerenza all’intero processo.

Trascrivere graficamente un testo di canzone è un’operazione rischiosa, forzata e forse contro natura: la canzone è un testo complesso, ibrido (composto di parole, musica, voce, immagine di copertina, immagine in movimento nel videoclip) ed è essenzialmente orale per la sua parte sonora, quindi trascriverne il testo letterario presenta dei problemi ecdotici di non facile soluzione.

Come regola generale, dunque, ci si è riferiti alla prima registrazione in studio di ogni canzone, ritenendo che quella sia da considerare la versione licenziata dall’autore e dal cantante al momento della pubblicazione. Non si terrà conto della “ultima volontà d’autore” in senso stretto, ma solo del risultato testuale come inciso nella versione da studio uscita per prima (e quindi di solito quella fruita dalla maggior parte degli ascoltatori). Talvolta il video collegato da Youtube, a cui si accede da uno specifico link presente nel sito, sarà tuttavia di una versione dal vivo o posteriore: questa scelta è dovuta a particolari interessi culturali e di spettacolo, e non ha a che fare con la trascrizione del testo. Fermi dunque questi pochi principi metodologici, www.TheItalianSong.com resta principalmente un supporto per l’insegnamento e per la diffusione della cultura italiana nel mondo, senza ambizioni di rappresentare un modello ecdotico o filologico per l’edizione dei testi per musica.

Andrà detto che il sito è—né potrebbe essere altrimenti nel contesto cangiante dell’industria musicale—un continuo work in progress, che tenta di coprire aree e contenuti quanto più possibile ampi, e che la selezione di cantanti e canzoni è in certa misura arbitraria, dettata com’è dalle necessità e dalle opportunità dell’insegnamento.

Molte sono le voci e le personalità dell’accademia che hanno contribuito a www.TheItalianSong.com, e un elenco (pure sempre in progress) si può trovare qui. Oltre a un mio pezzo su Claudio Baglioni, mi piace almeno ricordarne alcune, per esempio Mary Migliozzi (Villanova University), con un’attenzione al folk, ha curato profili di “classici” come  Rino GaetanoGiovanna Marini insieme ai più rock Modena City Ramblers; Ombretta Frau (Mount Holyoke College) ha curato la pagina sui Tazenda; una giovane cantautrice e ricercatrice, Amanda Pascali (Fulbright Scholar), si è occupata di Rosa Balistreri, di cui traduce ed esegue in inglese i pezzi. Elena Porciani (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”) ha scritto su Alice; Simone Marchesi (Princeton University) a proposito di “Senza fine” di Gino Paoli suggerisce un possibile accostamento leopardiano perché “un insieme di corpi astrali—luna/stelle, sole/cielo—è scartato in favore dell’unico e solo (infinito) oggetto del desiderio: il tu dedicatario della canzone”. Claudio Giunta (Università di Trento), commentando “Quello che non c’è” degli Afterhours, scrive che quello di Manuel Agnelli

È un testo lirico, se il lirismo implica, come spiega il vocabolario Treccani, la prevalenza dell’«espressione della pura soggettività del poeta» (e non, per ipotesi, la dimensione del racconto, o del dialogo, eccetera). Ora, la «pura soggettività» che si esprime nelle canzoni è di solito quella di un io innamorato. Non qui.

Marco Santoro (Università di Bologna) a proposito di Luigi Tenco ricorda le parole che Salvatore Quasimodo scrisse a caldo sul quotidiano Il Tempo nel 1967:

Luigi Tenco ha voluto colpire a sangue il sonno mentale dell’italiano medio. La sua ribellione che coincideva con una situazione personale di uomo arrivato alla resa dei conti con la carriera, ha però ancora una volta urtato contro il muro dell’ottusità. Chi non è in grado di domandare un minimo di intelligenza a una canzone non può certo capire una morte.

La canzone napoletana riceve una certa attenzione su www.TheItalianSong.com: Pasquale Scialò (Università Sant’Orsola Benincasa, Napoli) ha scritto sull’“uomo bionico” Roberto Murolo e sul suo ruolo come trait d’union della canzone napoletana con quella italiana, nonché su Enzo Gragnianiello, mentre Anthony Deldonna (Georgetown University) ha curato Pino Daniele. Jacopo Tomatis (Università di Torino) ha scritto su Mina e su Otello Profazio.

Rachel Grasso (University of Toronto) si è occupata dei profili di GhaliAmir Issaa, e Mahmood, con attenzione alle forme del trap e del linguaggio identitario dei cantanti italiani di seconda generazione. In tutti i testi in inglese, è stato fondamentale il contributo di Bridget Pupillo (Connecticut College), che ha assicurato coerenza, eleganza e precisione linguistica alle traduzioni.

Insomma, il sito è un lavoro collettivo e assai inclusivo anche dal punto di vista dei generi, come delle e dei cantanti selezionati: vi sono ancora omissioni da sanare e dettagli da curare, come nella natura di un work in progress. Paolo Prato (John Cabot University) ‒ fra i molti, devo dire ‒ ha recensito positivamente le traduzioni, i testi critici e in generale il progetto fatto una bella recensione per la sulla Radio Svizzera. La speranza resta quella di fornire uno strumento utile alla comunità di chi studia la canzone, e un’occasione per riflettere su, ampliare, discutere o controbattere ciò che è stato scritto, insomma per espandere il discorso critico sulla canzone italiana.

fc237@georgetown.edu

 

Bibliografia essenziale

Antonelli, Giuseppe (2010), Ma cosa vuoi che sia una canzone: mezzo secolo di italiano cantato. Il Mulino.

Barthes, Roland (2009), The Grain of the Voice. Interviews 1962-1980. Northwestern University Press.

Borgna Gianni, Serianni Luca. et al., (1994), La lingua cantata. L’italiano nella canzone dagli anni Trenta ad oggi, Garamond, Roma.

Caon, Fabio (2023), La canzone nell’educazione linguistica. Lingua, (inter)cultura e letteratura , UTET.

Carrera Alessandro (1980), Guida ragionata alla canzone d’autore, Unicopli, Milano 1980.

Ciabattoni, Francesco (2016), La citazione è sintomo d’amore. Cantautori italiani e memoria letteraria, Carocci.

Ciabattoni, Francesco (2020), On Reading a Song, Simultanea, 1.1 (2020).

Colombati, Leonardo (a cura di) (2011), La canzone italiana. 1861-2011. Storia e testi, Mondadori-Ricordi, Milano.

Coveri, Lorenzo (a cura di) (1996). Parole in musica. Lingua e poesia nella canzone d’autore italiana, Interlinea, Novara.

De Regibus, Enrico (202), Francesco De Gregori. I testi. La storia delle canzoni, Giunti Editore.

Guccini, Francesco (2018). Canzoni, a cura di Gabriella Fenocchio, Bompiani.

Jachia Paolo (1998), La canzone d’autore italiana 1958-1997, Feltrinelli, Milano.

La Via, Stefano (2006), Poesia per musica e musica per poesia. Dai trovatori a Paolo Conte, Carocci, Roma.

Nobile Stefano. (2012), Mezzo secolo di canzoni italiane. Una prospettiva sociologica (1960-2010). Carocci, Roma.

Santoro Marco. (2010), Effetto Tenco: genealogia della canzone d’autore, Bologna, Il Mulino, 2010.

Zuliani, Luca. (2018), L’italiano della canzone, Carocci.

 

L'autore

Francesco Ciabattoni
Francesco Ciabattoni è Ordinario di Letteratura Italiana alla Georgetown University, dove dirige il Programma di Studi Medievali Globali. Co-Redattore della sezione Recensioni per Quaderni d'italianistica e Segretario dell’American Boccaccio Association, Ciabattoni è anche parte del Board della Dante Society of America e ha pubblicato saggi su Dante, Petrarca, Boccaccio, sulla poesia delle origini e contemporanea. Si occupa anche di storia della canzone italiana e delle sue attinenze con la storia letteraria. Ha pubblicato sue liriche su GradivaBreviario poeticoPoesia. Mensile internazionale di cultura poeticaIn forma di parole e una raccolta di poesie (Paradosso terrestre, Il filo, 2008). È ora in uscita presso De Gruyter (Berlino) la sua prossima monografia di argomento dantesco: Dante's Performance. Music, Dance, and Drama in the “Commedia".
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