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A mo’ di premessa

Il 4 maggio di venticinque anni fa ci lasciava Pietro Tripodo. Nel corso di questi anni Tripodo è stato oggetto di ricerca da parte di numerosi studiosi. Limitando la selezione ai nomi degli autori dei contributi a me noti, e sperando di non averne dimenticato nessuno, menziono in ordine rigorosamente alfabetico: Alviti, Argurio, Bologna, Canettieri, Cavallini, Cencetti, Colasanti, Cortellessa, De Angelis, Familiari, Giacomozzi, Manica, Mengaldo (Elisabetta e Pier Vincenzo), Moretti, Onofri, Rimolo, Scaffai, Serianni, Sica, Tarquini, Trevi, Verlato e Visco.

Non si può studiare la produzione poetica di Pietro senza tener conto di quella di traduttore, e viceversa. Questa occasione si rivela pertanto particolarmente propizia per via del ritrovamento di alcuni suoi manoscritti, del tutto inediti o pubblicati di recente.

Prima di lasciare la parola ai relatori, fornisco qualche minimo dato sulle visualizzazioni dei libri di Tripodo o degli articoli a lui dedicati, che ho avuto la fortuna di pubblicare nella rivista online Insula europea. Il libro più letto è la traduzione di Arnaut Daniel. Seguono le traduzioni di Machado, Vampe del tempo e Sepulchra maris. Passando alla critica, occupano i primi posti gli articoli di Visco, Serianni e Bologna.

Tengo a precisare che non è mia intenzione stilare una sorta di “Hit Parade”, ma solo evidenziare come nel loro insieme le pubblicazioni riguardanti Tripodo abbiano oltrepassato le seimila visualizzazioni in tutto il mondo, contribuendo a far conoscere la produzione del nostro compianto amico anche fuori dal contesto accademico.

(premessa letta nel convegno Pietro Tripodo tra classicismo e modernità)

 

 

 

L'autore

Carlo Pulsoni
Carlo Pulsoni è il coordinatore di Insula europea (http://www.insulaeuropea.eu/carlo-pulsoni/).

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