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Un mondo di simboli e allegorie. Dialogo con Davide Seidita

Fuori dal senso comune, spesso livellante, il fantasy è un territorio fertile, una miniera di simboli, immagini, forme capaci di intercettare le zone dell’immaginario deputate alla costruzione di miti e/o archetipi volti a illustrare, almeno in parte, certi aspetti del reale. È per questo motivo che ti sei avvicinato a tale genere?

Qualche anno fa mi sono posto la stessa domanda, sai? Mi sono chiesto il motivo per cui il fantasy sia il genere a cui mi sono aggrappato per far nascere Dave Street e l’intero mondo magico, per cui mi sono rivolto a una psicologa. Devo ammettere che le risposte sono state abbastanza esaustive, dal momento che la psicologa mi ha detto che il genere fantasy mi ha veramente salvato da una possibile dipendenza da droghe. Forse è così, ma non è dato a saperlo. Nella mia infanzia, ricordo i primi problemi in casa tra i miei genitori. Ricordo perfettamente quanto mia madre soffriva in silenzio. Anche se lei cercava di rassicurarci, io percepivo qualcosa nei suoi occhi profondi che, in qualche modo, mi spalancarono la porta dentro la quale mi sono rifugiato: la scrittura. L’aspetto interessante di tutto questo è che ogni cosa che sta attorno a noi, che sia bella o brutta, positiva o negativa, influisce direttamente con la nostra anima. C’erano tante energie negative attorno alla mia famiglia, si respirava aria di distruzione, di forti privazioni, di violenza psicologica. Se penso a ciò che è stato, chiudo gli occhi e sorrido, perché ho trasformato tutto questo in una saga di libri. Pertanto, credo che mi sono avvicinato al genere fantasy per queste ragioni, ho trovato in esso un terreno fertile per esplorare la complessità della condizione umana, la bellezza dell’immaginazione e la possibilità di sognare e sperare in un mondo diverso.

Dave Street e l’amuleto di fuoco fa parte di una saga, è il tassello di un puzzle mutevole, ancora incompiuto. Come è nata l’idea?

Dave Street è nato nel momento più difficile della mia vita. Dopo la separazione dei miei genitori, io, mia madre e mia sorella ci siamo ritrovati in una situazione molto complicata, sia emotiva che economica. Non avevamo niente. Ricordo di aver lasciato la scuola, di aver accantonato tutto in un cassetto, poiché mi si era presentata una grande priorità: ricostruire la mia famiglia con quello che avevamo. Iniziai perciò a lavorare in un negozio di frutta e verdura e a lavorare duramente per poter mantenere mia madre e mia sorella. Tuttavia, fu proprio in quel periodo che entrai in un tunnel di depressione all’interno del quale mi sentivo solo, privo di sogni, senza una scopo. Avevo 17 anni, e sentivo il forte peso delle responsabilità sulle mie spalle come un forte macigno che mi impedisse di respirare. E fu così, mentre mi trovavo su un autobus in direzione verso il paese in cui vivevo, che nacque Dave Street e alcuni personaggi che avrebbero dato vita alla saga. Ricordo di non avere una penna e un foglio, perciò, con la mente che galoppava verso l’immaginazione, tornai a casa e iniziai subito a scrivere per tutta la notte. Da quel momento, mentre scrivevo Dave Street e il Mago Pietrificatore sia a casa che a lavoro in momenti di pausa, iniziai a stabilire la trama e gli intrecci tra i successivi libri. Stavo iniziando a volare.

Ogni volume ha un richiamo evidente ai quattro elementi (acqua, aria, terra, fuoco). Dal loro equilibrio, in tutte le cosmogonie, dipende la vita della specie umana e la sopravvivenza del cosmo. Quanto c’è, di antico e mitico, nelle tue opere? Intendi indagare, con sguardo altro, i chiaroscuri del mondo?

L’antico e il mitico sono due concetti che mi hanno molto affascinato, e sono degli aspetti che ho inserito nei libri, proprio per dare una certa unicità nella storia che avrei raccontato. Si parla tantissimo di Sefirot e Malkhut, i due fondatori dell’Isola di Arath, che hanno un forte legame con gli eventi che ne stanno susseguendo nei primi tre libri che ho pubblicato. Il simbolo dei Megavanti (maghi purosangue) utilizzato per discriminare i Profani (gli umani) e i Misantropi (metà umani, metà maghi) ha una storia che scopriremo nei successivi libri. L’Amuleto di Fuoco ha anche secoli di storia che ben presto verranno analizzati. I chiaroscuri del mondo, ovvero le sfumature tra luce ombra, bene e male, verità e menzogna, possono essere rappresentati in modo affascinante e suggestivo nel contesto del fantasy. Attraverso mondi fantastici e personaggi straordinari, il fantasy offre la possibilità di riflettere sulle complessità della vita, sulla dualità presenti in ogni individuo e sulle sfide morali ed etiche che caratterizzano l’esistenza umana.

Dave è un chiaro calco del tuo nome. Cosa puoi dirci a riguardo? Quanto c’è di te in lui, e quanto nel Signore Oscuro Mortifer? L’impressione è che, nell’universo della tua scrittura, il Bene e il Male si intersechino, come nella migliore tradizione letteraria…

Questa è davvero una bella domanda. In un modo o nell’altro, Dave e Mortifer sono il bene e il male, luce e ombra. Col tempo, questa domanda mi è riaffiorata in maniera controvertibile, poiché entrambi sono nati nella mia mente e, se vogliamo andare oltre, nella mia anima. In Dave vedo il peso del mondo, delle responsabilità, un destino che lui non ha scelto e che, senza avere le giuste risposte, sta affrontando con tutto il suo coraggio. In lui c’è lealtà, tenacia, e un forte senso di giustizia che lo portano in un continuo viaggio alla ricerca della verità. In lui vedo ciò che ho scelto per la mia vita. In Mortifer, il Signore Oscuro, il ragionamento è più complesso. Negli anni mi sono sempre domandato da quale parte un personaggio oscuro, manipolatore, con il desiderio di potere nel mondo e che, comunque, uccide senza pietà, possa essere nato. E sono molto certo che Mortifer sia nato in quel ragazzo di 17 anni che si sentiva solo, con una forte depressione, con la paura di fallire, con l’insicurezza che non sarebbe stato in grado di aiutare la sua famiglia e del danno psicologico che aveva causato mio padre. È stato una sorta di energia negativa che ho assimilato ed elaborato, trasformandola in scrittura. Entrambi i personaggi mi hanno sicuramente aiutato a comprendere un dolore che, nonostante non andrà mai via, ho imparato a condividere con tutti.

Mi piacerebbe sapere da dove nascono le tue immagini, quali sono i tuoi riferimenti nel campo narrativo che stai attraversando.

Sono un grande fan di Tolkien, ma anche Agatha Christie, Lewis, Umberto Eco, Wilbur Smith, ai quali devo davvero molto. Attualmente, sto leggendo L’ora del Silenzio di Sabrina Fava, un libro fantastico. Ma le immagini nascono anche da semplici cose, mi piace tantissimo osservare. Mi sono trasferito a Londra da circa un anno e due mesi e il modo di vedere le cose che stanno attorno a me si sono ampliate. Sto scoprendo Londra ogni giorno, faccio lunghe passeggiate nelle foreste che sembrano un portale magico tra il mondo reale e il mio. Nella Underground di Londra mi ritrovo a leggere e a scrivere e, nello stesso tempo, ad osservare il viavai dei passeggeri che caratterizzano questa città internazionale. Ho iniziato a scrivere un altro libro di Dave e avverto in pieno quelle sensazioni di cui ho bisogno per andare avanti. Non mi sono mai sentito così a casa.

L'autore

Costanza Pulsoni
Amante della lettura ed economista per professione. Nuotando alterna lo stile libero e la rana, ma non ama giocare a carte.