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“Memorie”, il secondo album di Nicoletta Taricani

È uscito il 18 marzo, per nusica.org, il secondo e intenso album di Nicoletta Taricani, cantante siciliana residente a Udine, voce calda e avvolgente prestata al racconto di una donna d’eccezione: Letizia Battaglia. Memorie – titolo significativo e denso di rimandi, di poli-sensi semantici – è infatti un racconto in musica della fotoreporter palermitana, un ritratto a tutto tondo della sua carriera e della terra che ha amato e saputo fissare con occhio vivo e ‘puntuto’. Ne parliamo con l’artista.

Letizia Battaglia, le sue fotografie, il suo coraggio. Che peso ha avuto nella tua formazione? E perché hai scelto di dedicarle un disco?

Grazie per la bellissima introduzione! Sono affascinata da artisti/e che usano il loro linguaggio per diffondere un messaggio concreto, un’idea forte e chiara senza badare alle conseguenze. Questo lato, che in Letizia Battaglia è molto forte, cerco di farlo mio e di trasportarlo nel mio mondo compositivo. Dunque nella mia formazione una donna come la Battaglia mi aiuta a credere in me stessa, ad ascoltare l’istinto e a tenere i piedi per terra allo stesso tempo; mi spinge a sognare in grande e a pensare che si può fare qualsiasi cosa. Ho scelto di dedicarle l’album per ringraziarla per quello che ha lasciato, ovvero un’eredita che non ha scadenza; e poi spero di far scattare la curiosità in coloro che ancora non la conoscono.

L’intero album sembra un percorso a tappe, ogni traccia corrisponde a un tassello di puzzle multiforme, come è del resto la tua musica e, naturalmente, il lavoro e l’arte di Battaglia. Che disegno c’è alla base?

Sin da subito ho pensato di non voler parlare della Letizia Battaglia che ha fotografato la mafia; ho voluto mettere in musica innanzitutto la sua libertà interiore ed esteriore, la sua curiosità e la rinascita attraverso la fotografia. Ho fatto un’approfondita ricerca, che non è ancora finita, e ho scoperto per esempio il suo bellissimo rapporto con i pazienti di un ospedale psichiatrico palermitano (Real casa dei matti), il suo sguardo particolare verso il corpo femminile, il rapporto magico con le bambine di Palermo che solo lei sapeva immortalare con spontaneità, anche se spesso i volti di queste bambine erano di donne cresciute troppo in fretta; poi sono rimasta molto colpita dalle sue dichiarazioni sulle foto che non ha fatto, andando contro gli ordini del giornale L’Ora per cui lavorava; le vittime di quegli omicidi erano persone per cui provava un affetto ed una stima troppo grandi. Nessuno di noi potrà mai capire la frustrazione per non aver scattato quelle foto, perché dai suoi racconti appaiono come lutti non elaborati. E c’è ancora tanto da parlare. Quindi ho voluto ritrarre musicalmente Letizia Battaglia attraverso alcuni momenti della sua vita e carriera con attenzione e in punta di piedi, cercando di non cadere nella banalità. Spero di esserci riuscita.
Sua nipote, con la quale ho avuto il piacere di chiacchierare, mi chiese se avrei voluto inserire delle fotografie della nonna nel disco, ma dissi di no perché provo una stima immensa che non credo di esserne all’altezza.

Ascoltando il disco, si nota una splendida fusione tra te e i musicisti che ti accompagnano. Come è stato lavorare insieme?

E’ stato molto stimolante per me. Sapevo che avrei lavorato con persone sincere e schiette; ero sicura che questi musicisti avrebbero creato una situazione di dialogo, perché sanno ascoltare e non si nascondono dietro lo spartito.

Claudia Grimaz è l’altra figura cardine di Memorie. Una donna colta, straordinaria musicista, scomparsa troppo presto. Con levità e dolcezza la omaggi in Gusta mi magla padnala, brano con cui hai vinto il premio a lei dedicato nel 2023. Cosa ti lega alla sua persona?

Come le dicevo sopra, sono davvero affascinata da chi sa parlare al pubblico senza perdere la propria personalità e l’umiltà, ma diventando allo stesso tempo grande. Claudia Grimaz purtroppo non l’ho mai conosciuta di persona, ma soltanto attraverso la sua musica e le parole di chi l’ha avuta accanto anche solo un momento. La vincita del Premio Grimaz per me è stata totalmente inaspettata, perché gareggiavo con cantanti davvero forti e molto preparate. Mi sono sentita quasi in colpa ad aver vinto e allora ho deciso di investire i soldi della vincita in questo lavoro. Ammetto anche che il Premio Grimaz e tutta la preparazione che c’è stata dietro, ha dato una bella scossa alla autostima e mi ha permesso di scoprire lati della mia voce che non conoscevo.

La tua musica vive negli interstizi, è un incrocio di culture, generi, tra il jazz, il pop e le contaminazioni folkloriche. Mi piacerebbe sapere, in questo panorama, da dove nascono le tue immagini, le tue sonorità…

I miei compositori di riferimento sono Antonio Sanchez e Pat Metheny; sono una grande fan della musica dell’est Europa e dei suoni delle strade della mia terra siciliana. Tra le cantanti sono molto attratta dalle voci di Daniela Spalletta e di Alba Nacinovich. Nell’ultimo anno avrò ascoltato i loro dischi quasi ogni giorno.

L’album precedente, In un mare di voci, è stato presentato con la collaborazione del giornalista d’inchiesta Fabrizio Gatti: un progetto di inclusione sociale improntato al dialogo tra musica e recitazione per raccontare il viaggio migrante nel Mediterraneo. Memorie, in questo senso, è ancora intriso delle stesse suggestioni e tradizioni, con uno sguardo su quel mare e quella terra di contraddizioni e passione…

Anche Memorie contiene un messaggio diciamo “sociale”. Letizia Battaglia ha fatto tanto per i giovani e ha lasciato una grande eredità, anche per evitare di ricadere negli stessi errori. Purtroppo ci si cade ancora tanto facilmente in quegli errori, ma sicuramente qualche seme da lei piantato fiorirà prima o poi e se già fiorito starà continuando il lavoro da lei iniziato. Spero di poterla aiutare un pochettino con questo album.
Il mare nella mia musica c’è sempre anche se non si sente, perché è la cosa che più mi manca in assoluto. Mi pesa non averlo a portata di mano.

 

L'autore

Costanza Pulsoni
Amante della lettura ed economista per professione. Nuotando alterna lo stile libero e la rana, ma non ama giocare a carte.