Charles Péguy nasce ad Orléans il 7 gennaio 1873, 150 anni fa, e muore nella battaglia della Marna il 5 settembre 1914. L’anniversario consente di riportare l’attenzione su colui che è stato, forse, il più grande poeta cristiano del ‘900, brillante polemista e saggista, autore dalla lingua e dalla prosa uniche. Hans Urs von Balthasar gli eleva, nel terzo volume di Gloria, un vero e proprio monumento.
Egli attua in campo cattolico precisamente la stessa svolta polemica contro lo “spirito del sistema” che Kierkegaard aveva appena attuato contro l’hegelismo. Rappresenta in tal modo lo stesso interesse esistenziale di Kierkegaard ma con un ancoraggio alla bibbia più radicale di quello del danese, di cui evita l’errore della divisione tra estetica ed etica (e religione). Come per Hamann, e in modo più fondamentale ancora, per Péguy l’estetico e l’etico sono nel profondo identici, e questo in base alla incarnazione di Dio in Cristo: lo spirituale deve farsi carne, l’invisibile deve mostrarsi nella forma[1].
Grazie a questo realismo egli diviene il crocevia, il punto d’incontro tra cristianesimo e mondo, tra cristiani e pagani, credenti e laici.
L’influenza di Péguy raggiunge pagani, ebrei e cristiani, e anche quando i non cristiani non lo capiscono, non possono tuttavia dividerne gli aspetti e ritenere il suo estetico senza il suo etico-religioso. Egli è indivisibile, e sta perciò dentro e fuori la chiesa, è la chiesa in partibus infidelium, dunque là dove essa dev’essere. Egli lo è grazie al suo radicamento nel profondo dove mondo e chiesa, mondo e grazia si incontrano e si penetrano fino a rendersi indistinguibili. Forse, dopo la lunga storia delle variazioni platoniche nella storia cristiana dello spirito, la chiesa non si è mai insediata in modo altrettanto deciso nel mondo, dove però l’idea di mondo rimane libera da ogni sfumatura di acritico entusiasmo, da ogni mitologia ed erotologia, come pura da ogni ottimistica fede nel progresso[2].
Secondo Balthasar <<poiché Péguy affonda in una zona che sta al di sotto di tutte le antinomie superficiali, egli resta, per tutti quelli che non sono in grado di seguirlo fin laggiù, uno spirito estremamente contraddittorio oppure il conciliatore di qualsiasi inconciliabilità: comunista e tradizionalista, internazionalista e nazionalista, estremo di sinistra ed estremo di destra, uno che sente con la chiesa e un anticlericale, un mistico e un giornalista arrabbiato, e via dicendo. Ma per chi può vedere il suo profilo profondo, tutte le sue linee apparentemente in urto tra loro si ordinano come tanti raggi che puntano a un centro. Partendo da questo centro egli risolve tutte le opposizioni. Partendo da lì egli si può permettere un humor che inumidisce ogni cosa, un humor che è meno intellettuale di quello di Chesterton, meno complicato di quello di Claudel, una specie di superiore astuzia e bonarietà contadina, mediante la quale egli si distacca da tutta l’intellighenzia clericale-anticlericale che gli sta attorno come l’unico che è rimasto ben piantato nella sua terra, come un incarnato perpetuo>>[3].
Il dossier che la rivista <<Studium>> dedica al grande autore francese vuole rappresentare un omaggio alla sua figura e alla sua opera[4]. Figura ed opera che finalmente anche in Italia, come documenta la grande mostra al Meeting di Rimini dell’agosto 2014 e quella più recente del 2023, stanno progressivamente ricevendo la giusta attenzione[5]. Abbiamo diviso il dossier in tre parti. La prima è dedicata al “cristiano” Péguy, alla sua testimonianza singolare, unica, che tanto doveva irritare il giovane Maritain e il cattolicesimo del tempo. Nella seconda parte pubblichiamo alcune pagine tratte da Il mistero della carità di Giovanna d’Arco, quelle, splendide, relative al confronto ideale tra il Cristo “assente” di Giovanna d’Arco e quello “presente” di Madame Gervaise. La terza parte rende invece omaggio ad un illustre studioso di Péguy in Italia: Giaime Rodano venuto a mancare nel luglio 2021. Rodano, che aveva assorbito dal padre Franco la passione per Péguy, è stato un pioniere degli studi sull’argomento.
I materiali del dossier sono editi ed inediti. Tra i testi inediti, oltre ai contributi di Ubaldo Casotto, Pigi Colognesi, Giuseppe Frangi e Agostino Molteni, vi è la registrazione dell’incontro su Charles Péguy. Un genio cristiano, promosso dal Centro Culturale di Milano, che si è effettuato il 23 febbraio 2021 in videoconferenza. Il colloquio, che ha visto la partecipazione di Giaime Rodano, Alessandro Banfi, Pigi Colognesi, Alessandro Tombolini, ha preso l’avvio dalla raccolta di testi di Péguy Il fazzoletto di Véronique. Antologia della prosa[6]. Esso è stato anche l’occasione per uno scambio epistolare tra me e Giaime Rodano su Péguy di cui diamo notizia nella Postilla finale. Tra i saggi già editi c’è il mio Péguy, il laico, il cristiano, tratto dal numero 91 di <<Prospettiva Persona>> del 2015 dedicato integralmente a Dopo Péguy. In presenza di Péguy. “Non si era mai parlato così cristiano”[7]. Oltre a questo, figurano due testi, un articolo di Antonio Socci, Péguy a Orléans, e una intervista a Giaime Rodano a cura di Pina Baglioni (Péguy e la sinistra in Italia), difficilmente reperibili perché tratti dal settimanale <<Il Sabato>> che ha cessato la sua pubblicazione nel 1993. L’attenzione de <<Il Sabato>> a Péguy sarà rilevata, dopo la sua chiusura, dal mensile <<30 Giorni>>. Entrambe le testate hanno svolto, negli anni ’90 e nella prima decade del 2000, una funzione preziosa nel promuovere la conoscenza di Péguy in Italia[8]. Una conoscenza, va detto, che oggi trova in papa Francesco un importante punto di riferimento. In più occasioni il Papa argentino si è richiamato a Péguy, alle sue fondamentali intuizioni sul cristiano nel mondo moderno, per indicare il cammino odierno della Chiesa. Péguy diviene qui innanzitutto il poeta della speranza, della seconda delle virtù cardinali. Lo ricorda Francesco in una udienza del settembre 2017:
Un poeta francese – Charles Péguy – ci ha lasciato pagine stupende sulla speranza (cfr Il portico del mistero della seconda virtù). Egli dice poeticamente che Dio non si stupisce tanto per la fede degli esseri umani, e nemmeno per la loro carità; ma ciò che veramente lo riempie di meraviglia e commozione è la speranza della gente: «Che quei poveri figli – scrive – vedano come vanno le cose e che credano che andrà meglio domattina». L’immagine del poeta richiama i volti di tanta gente che è transitata per questo mondo – contadini, poveri operai, migranti in cerca di un futuro migliore – che ha lottato tenacemente nonostante l’amarezza di un oggi difficile, colmo di tante prove, animata però dalla fiducia che i figli avrebbero avuto una vita più giusta e più serena. Lottavano per i figli, lottavano nella speranza[9].
Péguy è il poeta della speranza fondata sull’incarnazione, sull’amore di Cristo al mondo. Da qui la sua appassionata critica al clericalismo, ad una fede falsamente “spirituale”. Come ha detto nel 2019, al termine del Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia:
C’è sempre un gruppo di cristiani di “élite” ai quali piace intromettersi, come se fosse universale, in questo tipo di diagnosi. In quelle più piccole, o in quel tipo di risoluzione più disciplinare intra-ecclesiastica, non dico inter-ecclesiale, intra-ecclesiastica, e dire che ha vinto questa o quell’altra sezione. No, abbiamo vinto tutti con le diagnosi che abbiamo fatto e fino a dove siamo giunti nelle questioni pastorali e intra-ecclesiastiche. Ma non ci si chiuda in questo. Pensando oggi a queste “élite” cattoliche, e cristiane a volte, ma soprattutto cattoliche, che vogliono andare “al piccolo” e si dimenticano del “grande”, mi è venuta in mente una frase di Péguy e sono andato a cercarla. Cerco di tradurla bene, credo che ci possa aiutare, quando descrive questi gruppi che vogliono “la piccola cosa”, e si dimenticano della “cosa”. «Poiché non hanno il coraggio di stare con il mondo, loro credono di stare con Dio. Poiché non hanno il coraggio di impegnarsi nelle opzioni di vita dell’uomo, credono di lottare per Dio. Poiché non amano nessuno, credono di amare Dio» [10].
[Il testo è tratto dal dossier di “Studium”, 3 (2023), curato dall’autore, di cui si fornisce qui l’INDICE ]
[1] H. U. VON BALTHASAR, Herrlichkeit. Fächer der stile: Laikale stile, Johannes Verlag, Einsiedeln 1962, tr. it., Gloria. Una estetica teologica, vol. 3, Stili laicali, Jaca Book, Milano 1976, pp. 375-376.
[2] Op. cit., pp. 378-379.
[3] Op. cit., p. 379.
[4] L’editrice Studium ha curato, da parte sua, la traduzione di due opere di Péguy: Bergson e la filosofia bergsoniana, tr. it. a cura di C. Lardo, Roma 2012; Cartesio e la filosofia cartesiana, tr. it. di C. Lardo, a cura di I. Batassa, Roma 2014.
[5] Sulla mostra al Meeting 2014, dal titolo Storia di un’anima carnale. A cent’anni dalla morte di Charles Péguy, si cfr. il catalogo, dal medesimo titolo, curato da P. COLOGNESI (con un saggio di P. Lia e una intervista a A. Finkelkraut), Edizioni di Pagina, Bari 2014. Tra gli studi su Péguy usciti in Italia si cfr. C. MOELLER, Litterature du XX° siecle et christianisme, IV, L’espérance en Dieu Notre Pére, Casterman, Tournai-Paris 1961, tr. it., Letteratura moderna e cristianesimo, IV, La speranza in Dio Padre, Vita e Pensiero, Milano 1966, V parte, cap. II: Charles Péguy e la speranza della risurrezione (pp. 401 – 463; H.DE LUBAC – J. BASTAIRE, Claudel et Péguy, Aubier-Montaigne, Paris 1974 (nuova ediz. Ed. du Cerf, Paris 2008), tr. it., Claudel e Péguy, Prefazione di L. Negri, Presentazione di J. Bastaire, Marcianum Press, Venezia 2013; R. DADOUN, Tempo, scrittura, storia ed eros in Péguy, a cura di A. Prontera, Milella, Lecce 1987; A. PRONTERA, La filosofia come metodo. Libertà e pluralità in Péguy, Milella, Lecce1988; ID., Péguy,Filosofia e politica, Milella, Lecce 1991; J. BASTAIRE, Péguy, l’inchrétien, Gedit S.A:, Tournai et Proost, Paris 1991, tr. it., Péguy, il Noncristiano, Jaca Book, Milano 1994; ID., Prier à Chartres avec Péguy, Desclée de Brouwer , Paris 1993, tr. it., Pregare a Chartres con Péguy, Gribaudi, Torino1996; G. COLLENEA ISEMIA, Charles Péguy poeta e pensatore della speranza, M. D’Auria, Napoli 1993; A. FINKIELKRAUT, Le mécontemporain. Péguy, lecteur du monde moderne, Éditions Gallimard, Paris 1992, tr. it., L’incontemporaneo. Péguy, lettore del mondo moderno, Lindau, Torino 2012; F. FIMIANI, La sovranità dell’evento. Saggio su Charles Péguy, Guerini e Associati, Milano 1994; P. LIA, L’incanto della speranza. Saggio sul canto dei misteri di Charles Péguy, Jaca Book, Milano 1997; G. VIGINI, Charles Péguy – invito alla lettura, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2003; AA. VV, Un poète l’a dit, Péguy di fronte alla contemporaneità, Atti del convegno internazionale della facoltà di Filosofia dell’Università del Salento, a cura di M. Forcina – M. Bee, Milella, Lecce 2009; P. COLOGNESI, La fede che preferisco è la speranza. Vita di Charles Péguy, Prefazione di D. Rondoni, Rizzoli 2012; ID, La prima sarà migliore. Conversazioni su Charles Péguy, Edizioni di Pagina, Bari 2015; AA. VV., Péguy, un intruso in università? Scienza, esperienza e realtà di un grande “incontemporaneo”, a cura di M. A. Maggioni, Vita e Pensiero, Milano 2015; A. MOLTENI, Il pensiero di Cristo. La <<logica>> dell’incarnazione redentrice secondo Charles Péguy, Cntagalli, Siena 2021; G. BRUNO, Charles Péguy. Amico presente, Ares, Milano 2022; P. PROSPERI, Mistero dei misteri. La speranza secondo Charles Péguy, Morcelliana, Brescia 2022.
[6] C. PÉGUY, Il fazzoletto di Véronique. Antologia della prosa, a cura di P. Colognesi, Prefazione di J. Carron, tr. it. di A. Tombolini, Cantagalli, Siena 2020.
[7] Oltre al mio testo il numero speciale del trimestrale, curato da G. Fidelibus, contiene i seguenti articoli: G. FIDELIBUS, Dopo Péguy. In presenza di Péguy (pp. 7-12); P. COLOGNESI, La fede preferita: la speranza (pp. 19-24); G. CAMPANINI, Un personalismo senza persona? (pp. 25-32); F. FELICE, Il denaro è più rispettabile del potere (pp. 33-38); N. BOMBACI, Il Péguy di Mounier (pp. 39-44); G.FIDELIBUS, H. U. Von Balthasar: lo “stile laicale” di Péguy (pp45-56); P. VIOTTO, I difficili rapporti di Péguy e Maritain (pp. 63-78); M. FORCINA, Le rivoluzioni di Péguy (pp. 79 – 88); G. ANTONELLI, Il mio incontro con Péguy (pp. 89-98); C. ESPOSITO, L’evento, attenzione e realtà (pp. 99-107).
[8] Taluni articoli su Péguy, usciti negli anni ’90 su <<30 Giorni>>, sono stati pubblicati nel volume di AA.VV., Ciò che conta è lo stupore. Articoli e interviste su Charles Péguy, prefazione del cardinal Roger Etchegaray, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2001.
[9] PAPA FRANCESCO, Udienza generale (27 settembre 2017).
[10] PAPA FRANCESCO, Discorso al termine dell’Assemblea sinodale sull’Amazzonia (26 ottobre 2019).
L'autore
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Massimo Borghesi è professore ordinario di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, dell'Università di Perugia.
Si è laureato in filosofia all’Università di Perugia, nel 1974, con una tesi su Hegel guidata dal prof. Armando Rigobello. Dopo la tesi si è trasferito a Roma dove tuttora risiede. Dal 1984 al 1992 è stato ricercatore in filosofia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma-Tor Vergata e successivamente, dal 1992 al 1996, professore associato di Storia della filosofia morale presso la Facoltà di Magistero dell'Università di Lecce. Ha insegnato, dal 1981 al 2007, Estetica, Etica, Teologia filosofica, presso la Pontificia Università S. Bonaventura in Roma dove è stato, dal 2000 al 2002, direttore della “Cattedra Bonaventuriana”. Dal 2008 al 2017 ha insegnato Filosofia e religione presso la Pontificia Università Urbaniana. E’, dal 2019-21, coordinatore del Dottorato di ricerca in Etica della Comunicazione, della Ricerca Scientifica e dell’Innovazione Tecnologica, presso l’Università di Perugia.
E' membro del consiglio scientifico della rivista Studium, dove coordina la sezione “Filosofia on-line”. E’ consulente della rivista Humanitas. Revista de antropología y cultura della Pontificia Universidad Católica del Cile. Fa parte del Comitato Scientifico del Centro Internazionale Studi su Pascal (CISP) dell’Università di Catania. E’ membro del Comitato Scientifico ed Editoriale del Nuovo Giornale di Filosofia della Religione.È membro, dal 2006, del Comitato editoriale delle Edizioni Studium, dove dirige la Collana filosofica “Interpretazioni”. È stato membro, dal 1984 al 2002, del comitato di redazione della rivista Il Nuovo Areopago; dal 1984 al 2012 della rivista internazionale 30 Giorni; editorialista, dal 2005 al 2011, del quotidiano L'Eco di Bergamo.
Relatore in molti convegni, in Italia e all'estero, i suoi volumi sono tradotti in varie lingue.
Nel 2013 ha ricevuto il premio Capri-San Michele per il volume Augusto del Noce. La legittimazione critica del moderno edito da Marietti.
Nel 2017 ha pubblicato il volume Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale, Jaca Book, Milano 2017, cui sono seguite le traduzioni in lingua inglese, spagnola, portoghese, polacca, croata, tedesca.
E' autore delle seguenti monografie: La figura di Cristo in Hegel, Studium, Roma 1983; Romano Guardini. Dialettica e antropologia, Studium, Roma 1990 ( 2° ediz. 2004); L’età dello Spirito in Hegel. Dal Vangelo “storico” al Vangelo “eterno”, Studium, Roma 1995; Posmodernidad y cristianismo, Encuentro, Madrid 1997; Il soggetto assente. Educazione e scuola tra memoria e nichilismo, Itacalibri, Castel Bolognese (RA), 2005 (Edizione spagnola, Encuentro, Madrid 2005; UCSS, Lima 2007); Secolarizzazione e nichilismo. Cristianesimo e cultura contemporanea, Cantagalli, Siena 2005 (Edizione spagnola, Encuentro, Madrid 2007); L’era dello Spirito. Secolarizzazione ed escatologia moderna, Studium, Roma 2008; Maestri e testimoni, Edizioni Messaggero, Padova 2009; Augusto Del Noce. La legittimazione critica del moderno, Marietti, Genova-Milano 2011; Critica della teologia politica. Da Agostino a Peterson. La fine dell’era costantiniana, Marietti, Genova-Milano 2013; Senza legami. Fede e politica nel mondo liquido: gli anni di Benedetto XVI, Studium, Roma, 2014; Luigi Giussani. Conoscenza amorosa ed esperienza del vero. Un itinerario moderno, Edizioni di Pagina, Bari, 2015; Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale, Jaca Book, Milano 2017; Hegel. La cristologia idealista, Studium, Roma, 2018; Romano Guardini. Antinomia della vita e conoscenza affettiva, Jaca Book, Milano, 2018; Modernità e ateismo. Il dibattito nel pensiero cattolico italo-francese, Jaca Book, Milano 2019; La terza età del mondo. L’utopia della seconda modernità, Studium, Roma 2020; Francesco. La Chiesa tra ideologia teocon e ospedale da campo, Jaca Book, Milano 2021(Edizione inglese, Liturgical Press, Collegeville [Minnesota] 2021, Edizione spagnola, Encuentro, Madrid 2022); Il dissidio cattolico. La reazione a Papa Francesco, Jaca Book, Milano 2022.
Per un approfondimento del suo pensiero si cfr l’intervista a Serena Meattini: Il libro su Bergoglio e la mia formazione intellettuale, in <>, 27-02-2019 (http://www.insulaeuropea.eu/2019/02/27/il-libro-su-bergoglio-e-la-mia-formazione-intellettuale-serena-meattini-dialoga-con-massimo-borghesi/).
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