Dalla fondazione della casa editrice e per questi sessant’anni, ogni libro di Adelphi porta quel marchio unico che non smette di incantare. Circolano inoltre voci imprecise riguardanti il significato del carattere originale cinese, preso da un’iscrizione in bronzo degli Shang. Ma come era apparso sul bronzo? È ancora reperibile la fonte di un carattere dei tempi così antichi (più di mille anni avanti Cristo)? Questo articolo di Atsuko Azuma, traduttrice giapponese di Roberto Calasso, vi invita a un viaggio verso le origini del marchio adelphiano.
L'autore
- È traduttrice giapponese. Ha tradotto in giapponese Ettore Sottsass, "Scritto di notte" (2010, Adelphi: 2012, Kajima Institute Publishing, Tokyo) , Roberto Calasso, "Le nozze di Cadmo e Armonia" (1985, Adelphi: 2015, Kawade Shobo Shinsha, Tokyo) e “L’innominabile attuale” (2017, Adelphi: in uscita); è coautrice della traduzione in italiano di Higuchi Ichiyō, "Nigorie" (1895: Acque Torbide, 2015, Jouvence) , di Mori Ōgai, "Kanoyōni" (1912: Come se, 2015, Jouvence) e del poeta Hagiwara Sakutaro, “Aoneko” (1923-1934: La sintesi del gatto azzurro, 2022, RIVISTA).
Ultimi articoli
- In primo piano4 Febbraio 2024Per il miglior fabbro
- La scoperta7 Agosto 2023Sotto un tronco celeste