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Il ruolo delle biblioteche in Senegal. Mario Coffa intervista Habibu Coly

Interview in English

Coly Abibou ha 49 anni ed è nato a Casamance, in Senegal, dove ha frequentato i curricula delle scuole primarie e secondarie a BA. Dopo un master in inglese presso l’Università Cheikh Anta Diop di Dakar è entrato a far parte della Scuola per bibliotecari, archivisti e bibliotecari per diventare capo bibliotecario. Dal 2002 ha collaborato con il Ministero della Cultura senegalese, all’interno della Direzione dei Libri e della Lettura. È stato membro del comitato di pianificazione del vertice delle biblioteche pubbliche africane tenutosi a Johannesburg nel 2012. Ora è membro del Global Libraries’ Africa Advisory Group. Segretario permanente della Fiera internazionale del libro e dei materiali didattici a Dakar, ha una vasta esperienza nella politica delle biblioteche pubbliche in Senegal e nel resto dell’Africa francofona. Attualmente coordina una rete di 10 biblioteche pubbliche.

Coly, per iniziare: cosa vuol dire essere bibliotecario in Senegal? C’è un riconoscimento giuridico della professione? Qual’è il percorso accademico e formativo per diventare bibliotecario?

Essere un bibliotecario in Senegal significa essere consapevoli delle responsabilità che devi avere per servire la tua comunità. È un lavoro impegnativo poiché devi essere al centro di qualsiasi programma di sviluppo. La professione è davvero attraente. Bibliotecari devono essere laureati all’Università. La scuola bibliotecaria esiste in Senegal dal 1974 ed è una delle più antiche tra i paesi in lingua francese in Africa.

Avendo collaborato con il Ministero della Cultura, che importanza rivestono le biblioteche nel tessuto sociale e culturale del tuo paese? Qual’è la loro funzione?

Le biblioteche fungono da terzo luogo nel nostro Paese. Nel Ministero della Cultura, il dipartimento responsabile delle biblioteche è uno dei più grandi. Significa che le biblioteche hanno un ruolo importante per lo sviluppo del nostro Paese.

L’esperienza della pandemia ha segnato un momento davvero molto difficile per le biblioteche ma allo stesso tempo ha favorito lo sviluppo o l’incremento di moltissimi strumenti digitali e di competenze tecnologiche. Che impatto ha avuto questo fenomeno in Senegal?

È stato terribile. Ma allo stesso tempo ha permesso alle persone di pensare a nuovi servizi. Abbiamo fatto prima una formazione online sull’uso delle TIC, per farla conoscere ai nostri bibliotecari. Indipendentemente dalla situazione, le biblioteche devono trovare un modo per compiere le loro missioni, cioè farsi carico dei bisogni delle comunità. Abbiamo comprato tablet, computer per metterli a disposizione delle biblioteche pubbliche. L’utilità dell’ICT, non è più in discussione adesso dopo il Covid.

Biblioteche e bibliotecari si stanno evolvendo adeguandosi ai nuovi sistemi sociali e culturali. Secondo te, quale sarà il futuro delle biblioteche nei prossimi anni?

Le biblioteche devono adattare i servizi in base alle mutevoli esigenze degli utenti. In questa era di fake news, solo la biblioteca può essere il luogo più sicuro in cui le persone possono ottenere le informazioni rilevanti di cui hanno bisogno.

Questo progetto, il Library World Tour, si basa sulla condivisione tra bibliotecari e tramite il loro racconto parla di biblioteche creando una vera e propria rete. Credi che questo metodo (la condivisione) possa essere uno strumento utile in un’epoca che viaggia in internet e sui social?

Penso di sì. È sempre positivo avere piattaforme in cui possiamo entrare in contatto e condividere storie di successo da tutto il mondo.

Cosa consiglieresti ad un giovane studente che un giorno vorrebbe diventare un bibliotecario?

Gli consiglierei di essere appassionato, disponibile a servire la comunità. Perché non possiamo sviluppare la comunità senza informazione, conoscenza e cultura.

 

 

L'autore

Mario Coffa
Mario Coffa
Mario Coffa archivista e bibliotecario, laureato in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Perugia (2005) e diplomato in Archivistica e Paleografia presso la Scuola di Archivistica dell’Archivio Segreto Vaticano (2010). Dal 2010 Lavora per CAeB (Cooperativa Archivistica e Bibliotecaria) presso le biblioteche dell’Università di Perugia come bibliotecario e come archivista presso l'Archivio Storico del Comune di Gubbio. Si occupa di Biblioteche Digitali e formazione in ambito di biblioteconomia digitale. Nel 2014 membro del Comitato Esecutivo Regionale dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) sezione Umbria, membro del gruppo AIB sul portfolio professionale e nel triennio 2017-2020 Presidente eletto di AIB Umbria. Dal 2020 membro dell'Osservatorio Formazione dell'Associazione Italiana Biblioteche. Autore di diversi articoli e interviste per Insula Europea sul tema degli archivi, delle biblioteche e del digital lending.

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