Nel linguaggio quotidiano e nell’immaginario contemporaneo si pensa spesso al Medioevo come a un’epoca remota di barbarie e oscurità, oppure come a un tempo felice di cavalleria e cortesia: il Medioevo è vivo nella nostra cultura e nella nostra mentalità come altrove mitico, oggetto di fascinazione, evasione e utopia (per esempio nei racconti fantasy e nei giochi di ruolo), ma anche come memoria inconsapevole, fissatasi in parole e modi di dire ancora oggi di uso comune.
A questa duplice natura e visione del Medioevo, con le sue contraddizioni e la sua ricchezza di simboli, è dedicato il video-documentario Medioevo: paure e nostalgia, ideato e diretto da Roberta Capelli (roberta.capelli@unitn.it ), professoressa di Filologia e linguistica romanza dell’Università di Trento, che sarà proiettato in anteprima nazionale, venerdì 8 aprile alle 17:30, con ingresso libero presso il Cinematografo comunale Sant’Angelo di Perugia, alla presenza dell’Autrice, che dialogherà con Attilio Bartoli Langeli (Pontificio Ateneo Antonianum − Roma) e Carlo Pulsoni (Università di Perugia).
«Questo video-documentario – spiega Roberta Capelli – nasce come esperimento per sondare le potenzialità comunicative di un discorso accademico di natura specialistica e complessa (quale è la fortuna del medioevo nei secoli post-medievali), veicolato dal medium audiovisivo e per questo più facile da far circolare tra un pubblico più ampio rispetto alle platee dei convegni e delle conferenze, o delle aule universitarie. Il tema scelto è trasversale e mette a confronto specializzazioni molto diverse tra loro, che si incontrano e dialogano, ciascuna con il proprio linguaggio tecnico, in un campo degli studi umanistici ancora non ben sistematizzato in Italia: il medievalismo».
Il video-documentario, finanziato dal Centro di Alti Studi Umanistici (CeASUm) del Dipartimento di Lettere e Filosofia di Trento, con il contributo dell’Accademia di Studi italo-tedeschi di Merano, realizzato dallo Studio Bold di Rovereto, nell’ambito del progetto ForMe – Fortune del Medioevo (coordinato da Roberta Capelli), è stato girato in oltre una ventina di luoghi del Trentino e dell’Alto Adige rappresentativi della sopravvivenza e persistenza dell’eredità medievale nel territorio, e vede la partecipazione di tredici docenti dell’Università di Trento, di Bolzano e di Firenze che ricostruiscono, da prospettive diverse, uno tra i molti percorsi di conoscenza possibili nella complessità di un millennio di storia: dal successo delle saghe dei paesi nordici (Fulvio Ferrari) a quello dell’epica iberica (Claudia Demattè) nella cultura di massa; dal pensiero di sant’Agostino e san Tommaso nei suoi svolgimenti contemporanei (Irene Zavattero) alle encicliche sociali di papa Leone XIII (Emanuele Curzel); dalla restaurazione del canto gregoriano (Marco Gozzi) ai restauri integrativi di edifici pubblici e religiosi tra Otto-Novecento (Laura Cavazzini e Dario De Cristofaro); dall’Arturianesimo vittoriano (Greta Perletti) al Nome della Rosa di Umberto Eco (Matteo Cazzato), l’analisi della trasmissione e della ricezione del Medioevo ne mostra la fondamentale bivalenza, e il fatto che diventi un approdo di assoluto (Salvatore Abbruzzese), una risposta al “disagio della modernità” (Claudio Giunta) e una promessa di fuga nella nostalgia del passato (Ralf Lüfter).
L'autore
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