Arte e poesia s’ intrecciano da tempo nell’opera di Giulia Napoleone in un dialogo raffinato e partecipe, in cui bellezza e significato del segno e della parola poetica risaltano e si compenetrano, secondo il ritmo paziente e creativo del tratto, che consuona liricamente e illumina il sentimento. Ritroviamo nuovamente questo incantevole e intenso specchiarsi di segno e parola nella mostra Il segno e la poesia. 25 libri d’artista, che si è tenuta in un luogo a lei particolarmente caro, la Biblioteca cantonale di Lugano, dal 27 maggio al 28 agosto del corrente anno, documentata nel catalogo in bianco e nero, che, presentato da Luca Saltini, ci offre, in copertina, polvere di stelle o, forse, di filamenti d’infinito nei tondi, cifra dell’artista. Mancano i blu presenti in mostra, ma non manca qui la ricerca di unità e di assoluto, che tutta l’opera di Giulia Napoleone manifesta. Sono i “punti luce” che il bianco della carta accoglie e fa fremere di vita, un “pacato” risplendere che innerva la superficie e la intesse di forme e di movimento, crea paesaggi che, da fisici e reali, si fanno immaginari, e che, conservati nella memoria dell’artista, divengono manoscritto, poesia.
Nell’ intervista di Saltini, Incontro con Giulia Napoleone, un’intervista che abbraccia importanti momenti della sua vita e del suo operare, si legge: “Leggo da sempre poesia” e ancora “Mandavo a memoria intere pagine: Pavese, Montale, Whitman, Baudelaire, …//Mandavo a mente intere pagine e continuo a farlo. MI capita anche di recitarle a voce alta, quando cammino da sola […] La cosa bella è che io ho spesso pensato che la poesia chiarisse il mio lavoro a me stessa”. Di qui i libri d’artista, per i quali, come annota nella prefazione Luca Pietro Nicoletti (L’inchiostro, la neve, le stelle. Appunti su Giulia Napoleone) sceglie gli autori e le poesie, che abbiano suscitato “una temperatura emotiva appassionata” tale da investire di vita e, con Yves Peyré, di “tenerezza che cova come fuoco”, la perizia tecnica di punti, righe sottili, tracce minute che investono le campiture e ricolmano lo spazio, mentre le variazioni disegnano i ritmi dell’esistenza, la musica ora drammatica ora elegiaca ora visionaria.
In questi libri, progettati in parte nel 2020 ed eseguiti nel 2021, Giulia Napoleone, che già nel 2017 ne donò alla Calcografia Nazionale di Roma 36, realizzati fra il 1963 e il 2015, compone immagini e trascrive i versi con uno stampatello minuscolo sottile, che è in relazione dialogica con la tecnica puntiforme del suo operare. Dei molti poeti che hanno suscitato il suo interesse artistico, da Adonis, poeta di una Siria molto amata, a Rocco Scotellaro a Maria Clelia Cardona, Biancamaria Frabotta, Luigia Sorrentino, Pietro Montorfani, Brunello Tirozzi, per citare alcuni dedicatari dei manoscritti, appaiono sul Catalogo Marco Caporali, Milo De Angelis, Yves Peyré, Roberto Deidier, Maria Gabriela Llansol, Gilberto Isella, Fabio Pusterla, Alberto Nessi, Maria Rosaria Valentini, Fabio Merlini, Marco Vitale. Ad alcuni di questi è stato fatto omaggio di tavole sciolte in china, di ampio formato. Di tutti Giulia Napoleone ha colto ora un particolare elegiaco che rimanda, nella sua geografia astratta, alla natura arborea o lacustre (Lago di Bolsena per Annelisa Alleva) o alla levità e alla trasparenza di una nevicata (Ho chiesto appuntamento alla neve, per Maria Rosaria Valentini) ora trasferisce sulla carta la luce di un’alba (Luce del mattino, per Elio Pecora) o di “steli verso la luna” (A che serve la notte, per Simone Zafferani) o di isole lontane (Tra queste isole, pensavo, per Giancarlo Pontiggia). Più spesso ci sentiamo catturati da forme che alludono al tempo, sia quello cosmico di costellazioni e stelle (Andromeda, per Gilberto Isella; Galassie, per Antonella Anedda) sia quello terreno (Il catalogo degli anni, per Gilberto Isella), che può sfuggire e venir meno, ma può divenire, con Nicoletti, “una cancellata in controluce” (Non c’era più tempo, per Milo De Angelis), una perfetta collana (L’ora di sempre, per Alberto Nessi), “queste sabbie le piste” e “i rivoli d’acqua”, che solcano e si snodano lungo i sentieri della vita (Nahal Argeman, per Fabio Pusterla). Anche l’assenza trova nel segno di Giulia la possibilità di farsi presenza, se la voce del poeta, Marco Vitale, sa ricondurre in un pulviscolo, “in una scena/disegnata”, l’assente (Sogno di Sula, per Marco Vitale).
I punti, netti e profondi, “microscopici universi”, come li definì Luigi Lambertini nelle Parole per Giulia; gli sciami e i guizzi di luce che dipingono il transito del tempo e della natura, di fili d’erba, di nubi del cielo, di ombre luminose e di tutto ciò che esiste e ha moto e ritmo, sono divenuti immaginazione e pensiero e trasferiti, complice la memoria, nell’arte finissima di Giulia Napoleone, che li dona, mobili, liberi e perfetti, a noi per sempre.
L'autore
- Gabriella Palli Baroni laureata in Lettere Classiche a Pavia, allieva di Lanfranco Caretti, perfezionata a Chicago e a San Diego sul pensiero scientifico rinascimentale e su Machiavelli, vive a Roma. Scrittrice e saggista, è studiosa di letteratura dell’800 e del 900 ed è critica di letteratura contemporanea. Collaboratrice di «Strumenti Critici», «L’Illuminista», «Il Ponte» e di altre riviste italiane e straniere, si è dedicata in particolare ad Attilio Bertolucci, del quale ha curato il Meridiano Mondadori Opere, le prose Ho rubato due versi a Baudelaire, gli scritti sul cinema e sull’arte, e a Vittorio Sereni, del quale ha curato i carteggi con Bertolucci (Una lunga amicizia. Lettere 1938-1983, Garzanti 1993) e con Ungaretti Un filo d’acqua per dissetarsi. Lettere 1949-1969, Archinto, 2013). Ha inoltre pubblicato l’antologia Dagli Scapigliati ai Crepuscolari (Istituto Poligrafico dello Stato 2000) e Tavolozza di Emilio Praga (Nuova SI, 2008). È autrice di saggi sulla poesia di Amelia Rosselli e ha collaborato al Meridiano L’opera poetica, uscito nel 2012 e al numero monografico XV, 2-2013 di «Moderna» (Serra, 2015). Nel 2020 ha pubblicato di Attilio e Ninetta Bertolucci, Il nostro desiderio di diventare rondini. Poesie e lettere (Garzanti).
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