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Innovazione e futuro. La biblioteca che vorrei! Mario Coffa intervista Erik Boekesteijn

Interview in English

 Erik Boekesteijn è Senior Advisor presso la Biblioteca Nazionale dei Paesi Bassi.  Membro del consiglio della StoryHouse di Chester in Regno Unito.  Consulente delle Public Libraries 2020 e padre fondatore di Public Libraries 2030. Facilitatore e consulente per IFLA.  Proprietario di Shanachie Media e produttore di This Week in Libraries, ShanachieTours, e Global Library Motivator.
Musicista e autore. Ha ricevuto il premio LJ’s Mover and Shaker of the Library World 2009 e quello di Miglior Bibliotecario nei Paesi Bassi nel 2015.

Come prima domanda mi piacerebbe che tu ci raccontassi brevemente del tuo splendido lavoro presso la Storyhouse di Chester. Biblioteca, teatro, cinema, ristorante e bar. In poche parole, un centro culturale a 360 gradi. 

Sono stato invitato a venire a Chester inizialmente con lo scopo di riunire le varie organizzazioni già presenti.  Come forse saprai, la Storyhouse è dotata di un teatro, un cinema, un bar ristorante e una biblioteca.  Inizialmente erano tutte organizzazioni diverse e la biblioteca e i bibliotecari erano sotto la gestione di due grandi produttori teatrali Alex Clifton e Andrew Bentley. Quindi è stato un bel cambiamento che ha significato anche orari di apertura diversi e molta insicurezza iniziale. La maggior parte dei bibliotecari di allora pensavano di avere una biblioteca abbastanza grande e funzionale  in quel momento e aveva paura di fare il grande passo in una diversa forma di gestione e servizi. Il mio lavoro consisteva nel mostrare loro l’opportunità e la possibilità di ciò che questa nuova organizzazione, in questo nuovo edificio, sarebbe potuta diventare per la comunità di Chester.

Penso principalmente al ruolo del bibliotecario come creatore di curiosità e il nome Storyhouse ha suscitato il loro interesse e li ha motivati ​​​​a fare quel salto. Ho realizzato circa otto workshop e ho mostrato loro la vecchia biblioteca e ho anche sottolineato che all’interno della nuova biblioteca, che attraversa tutto l’edificio, ci sarebbe stata anche la possibilità di creare nuove e diverse collezioni.  La Storyhousei, si trova all’interno della regione di Chester in un edificio dal design accattivante è diventata un esempio per molti e ogni giorno ci sono molte richieste sulla mia scrivania da parte di altre organizzazioni che vogliono un modello simile alla SoryHouse in paesi diversi del paese e non solo.

Nel 2015 premiato come miglior bibliotecario in Olanda e nel 2018 alla presenza di Sua Maestà la Regina. Che cosa hanno significato per te questi riconoscimenti? 

E’ vero,i sono stato insignito del premio come miglior bibliotecario nei Paesi Bassi nel 2015 e all’inizio del 2009 sono stato il primo Mover and Shaker europeo del mondo delle biblioteche dalla Journal delle biblioteche.

Ho avuto il piacere e l’onore di un pranzo con il Re e la Regina dei Paesi Bassi ed ero all’inaugurazione della StoryHouse alla loro presenza e della duchessa del Sussex. Bene, ma cosa significa questo per me? Penso che i premi e gli apprezzamenti siano sempre molto lusinghieri e ti motivino a procedere in quello che fai.

Vista la tua esperienza lavorativa presso Doklab, cosa ne pensi circa la rivoluzione digitale che sta investendo le biblioteche e che, a mio avviso, ha avuto una forte accelerazione (forse più per esigenza) soprattutto dopo il periodo tragico della pandemia? 

Nel mio lavoro a Doklab e a DOK, così come nel mio lavoro oggi per la Biblioteca Nazionale dei Paesi Bassi, la trasformazione digitale, così come mi piace chiamarla, è sempre stata importante. Ma è soprattutto solo uno strumento, uno strumento che aiuta a dare alle persone accesso all’informazione, alle storie, per esprimersi e condividere.  Mi piace vedere la biblioteca come un luogo dove le persone possono creare nuove storie. E la biblioteca facilita tutto questo. Quindi il digitale può davvero aiutare e può davvero essere un valore aggiunto allo storytelling, alla conservazione delle storie e ai nuovi modi di esprimersi.  Dopo la pandemia, infatti, penso che abbiamo visto un aumento dell’uso dei servizi digitali e in un certo senso questo è molto positivo perché ha accelerato la trasformazione.  D’altra parte ha dimostrato che il contatto fisico e il parlare faccia a faccia sono qualcosa di cui noi umani abbiamo davvero bisogno. Quindi, dal mio punto di vista, ci sarà sempre bisogno della costruzione fisica della biblioteca come luogo fisico in cui le persone si riuniscono. Allo stesso tempo, l’accesso al mondo digitale online, rende molto più facile avere un accesso 24 ore su 24, 7 giorni su 7 a tutto ciò che c’è da condividere.

E’ chiaro che la tua visione di biblioteca va oltre le semplici raccolte librarie e le collezioni e si avvicina al concetto di innovazione, un’innovazione che si adegua ai tempi e che secondo me è più adeguata alla nostra era e che investe sul futuro, è corretto?

Quando stavamo costruendo DOK, la biblioteca di Delft di cui ho parlato prima, abbiamo sempre detto che la collezione più importante della biblioteca sono le persone. Le persone fanno la biblioteca. Senza le persone non ci può essere una biblioteca. Quindi dobbiamo sempre essere innanzitutto degli ottimi ascoltatori.  Dico sempre che dobbiamo ascoltare ciò di cui le persone hanno bisogno e ciò che le persone vogliono, in modo da poterle aiutare al meglio a impossessarsi dello spazio della biblioteca per essere la biblioteca stessa. Se lo fai bene e se ti concentri, come ho detto, sulla narrazione e sulla conservazione di storie e sulla condivisione delle stesse, allora ci sarà sempre un futuro per le biblioteche perché ci sarà sempre bisogno di storie. Innovazione in questo senso significa soprattutto ascoltare circostanze ed esperienze sempre in modo creativo. Una volta ho letto che la biblioteca è una rivoluzione e sarà sempre una rivoluzione quindi non si fermerà mai. Il nostro lavoro non è mai finito e questo lo rende uno dei lavori più entusiasmanti al mondo.

Sei un personaggio eccezionale e per questo motivo un bel giorno Giulio viene da te e ti chiede: “Caro Erik, da grande vorrei fare il bibliotecario!” Che cosa gli consiglieresti?

Direi grazie Giulio, vai pure avanti e sii quel bibliotecario! Per essere il miglior bibliotecario possibile devi pensare di essere là fuori con le persone, parlare e ascoltare, condividere storie e pensare sempre a quale sia il modo migliore in cui puoi aiutare le persone a raccontare le loro di storie. Per imparare ed essere lì per dare e trovare informazioni. Essere sempre curiosi e amare le domande più delle risposte. Le biblioteche riguardano le persone come ho detto prima e devi essere prima una brava persona e umana per essere un buon bibliotecario. Caloroso amichevole, di mentalità aperta e sempre aperto al cambiamento e se ci riuscirai, avrai il miglior lavoro del mondo.

 

 

 

 

L'autore

Mario Coffa
Mario Coffa
Mario Coffa archivista e bibliotecario, laureato in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Perugia (2005) e diplomato in Archivistica e Paleografia presso la Scuola di Archivistica dell’Archivio Segreto Vaticano (2010). Dal 2010 Lavora per CAeB (Cooperativa Archivistica e Bibliotecaria) presso le biblioteche dell’Università di Perugia come bibliotecario e come archivista presso l'Archivio Storico del Comune di Gubbio. Si occupa di Biblioteche Digitali e formazione in ambito di biblioteconomia digitale. Nel 2014 membro del Comitato Esecutivo Regionale dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) sezione Umbria, membro del gruppo AIB sul portfolio professionale e nel triennio 2017-2020 Presidente eletto di AIB Umbria. Dal 2020 membro dell'Osservatorio Formazione dell'Associazione Italiana Biblioteche. Autore di diversi articoli e interviste per Insula Europea sul tema degli archivi, delle biblioteche e del digital lending.

Link:

https://mariocoffa.wixsite.com/e-portfolio

http://vegajournal.academia.edu/MarioCoffa

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