La lettera del frater Ylarus resta una crux nella biografia di Dante. Questo saggio parte da un classico studio di Giuseppe Billanovich del 1947, di cui si riprende la tesi che considera la testimonianza un’abile “esercitazione retorica” impostata da Boccaccio alla scuola dell’Ars dictaminis.
La perizia profusa dal Boccaccio retore può ricordare, in qualche modo, la preparazione artigianale di un tipografo vintage del 2021. Mi riferisco a Carmine Cervone da Napoli, il quale per il settimo centenario dantesco ha progettato di ristampare la Divina Commedia in un’edizione da collezione, a tiratura limitata, con previo lancio di una sottoscrizione di offerte libere. Del resto anche le copie dei “Dante del Cento” furono esemplate per finanziare la dote necessaria per maritare più di una figlia dell’impresario.
Ai lettori lascio il giudizio su una possibile convergenza, un parallelismo con in mezzo la Commedia, tra il piacere prodotto all’occhio, con una stampa alla linotype, dalla tessitura in rime di terzine da una parte, e dall’altra quello per l’udito che è generato dalla poesia «que nichil aliud est quam fictio rethorica musicaque poita [che altro non è se non una finzione rettorica dipoi posta in musica]» (De vulgari eloquentia, II iv 2).
I concetti di “intermediario” di T. S. Eliot e di “aura” di Walter Benjamin forniscono un sostegno teorico, che ci viene dalla prima metà del Novecento, allo sviluppo e alla conclusione del discorso: «le modificazioni nel medium della percezione di cui noi siamo contemporanei possono intendersi come una decadenza dell’aura» (W. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, III).
L'autore
- Lavora presso la Biblioteca Umanistica dell'Università degli studi di Firenze. Svolge attività di ricercatore indipendente, dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne, con una tesi di laurea di Storia dell'editoria. Dottore di ricerca in Scienze bibliografiche alla Università di Udine (XVII ciclo), con un progetto sulla figura di Guido Biagi e la biblioteconomia in Italia tra XIX e XX secolo, volume uscito per l'Associazione Italiana Biblioteche, Roma 2017. Dottore di ricerca in Filologia e Critica delle letterature antiche e moderne alla Università di Siena 1240 (XXVIII ciclo) con l'edizione del carteggio tra Ernesto G. Parodi e Pio Rajna (in corso di pubblicazione). La sua produzione scientifica è disponibile su https://unifi.academia.edu/RossanoDeLaurentiis .
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