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Serban Anghene ha solo 21 anni e non ha ricordi prerivoluzionari. Ha invece ben fissati nella memoria affettiva tutti i mille e uno racconti di suo padre, da cui ricostruisce senza rumore una fetta di storia “predicembrista” [prima del dicembre dell’‘89], senza i cliché e gli stereotipi della società.
Nel nuovo mondo duro e cinico degli adulti vincenti, i ragazzi si immaginano di essere degli eroi di fantascienza cinematografica e di giochi di playstation e vogliono salvare il Mondo. Essere Supermen è l’unica possibilità di sopravivenza. Ma come potrebbe diventare eroe il figlio di un Supermen fallito?
La vita di un capodipartimento raccontata da suo figlio Supermen è un tipico romanzo di formazione, un romanzo fresco e vitale, che inizia con una dedica emozionante: “Al mio primo e unico eroe che è stato ed è MIO PADRE”. Una volta stabilito questo, il libro scorre da solo tra sorrisi e lacrime, tra vicende banali e straordinarie. È il libro che tutti vorrebbero scrivere e che solo alcuni riescono a mettere su carta.
Il personaggio-narratore di Serban Anghene incomincia a decifrare per conto suo la logica perversa e stramba di un sistema politico scomparso e gli avatar di un’epoca che non ha avuto la sfortuna di vivere in prima persona. Egli ripercorre tra ricordi e analisi, da prospettive incrociate e con un robusto senso dell’umorismo, le vite e le vicende dei genitori, dei nonni e dei loro contemporanei, fatti successi in un Paese strano e povero condotto da un Dittatore.
Lingua originale: rumeno
Sito casa editrice: www.cartearomaneasca.ro
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