Nell’attesa che il celebrato film “Joker” arrivi in sala, anche il Belpaese ha festeggiato gli 80 anni dell’Uomo Pipistrello proiettando il bat-segnale su di un muro della Stazione Termini. Si potrebbe disquisire sulla scelta della location, francamente anonima per non dire bruttina, e obiettare che in realtà il personaggio debuttò non in settembre ma sul numero 27 della rivista Detective Comics datato maggio 1939 (peraltro la distribuzione dell’albo partì il 30 marzo), ma tant’è, oggi conta più sentirsi parte di un evento globale come il Batman Day piuttosto che il buon gusto e il rispetto filologico. Batman è uno dei supereroi più amati, una figura radicata nell’immaginario collettivo fin dagli anni Sessanta anche grazie a fortunate trasposizioni televisive e cinematografiche. Nel 2020 sarà il primo personaggio di finzione ad avere una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Eppure sulla carta stampata ha avuto alterne fortune, rischiando più volte che i vertici della DC decretassero la fine delle pubblicazioni. Ma procediamo con ordine.
La creatura di Bob Kane (disegni) e Bill Finger (testi) all’inizio è un vero e proprio giustiziere, impugna le armi e ammazza i cattivi in modo spietato. D’altronde è il trauma della morte dei genitori, uccisi di fronte ai suoi occhi di bambino, a spingerlo nella crociata contro il crimine una volta diventato adulto. Tuttavia già nel 1940 Batman deve uniformarsi alle regole della casa editrice: niente più omicidi, diventando così una figura modello per i giovani lettori. Poiché non ha superpoteri, è la tecnologia a venirgli in aiuto nella lotta contro il crimine: bat-cintura, bat-arang, bat-mobile, e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente, il fatto di aver ereditato una cospicua fortuna aiuta non poco se devi allestire una bat-caverna. A questo punto viene spontaneo pensare a un altro miliardario senza superpoteri, che utilizza la tecnologia per combattere il male: Tony Stark, alias Iron Man, supereroe di casa Marvel creato nel 1963 da Stan Lee.
Gli autori successivi alla coppia Kane-Finger ammorbidiscono ulteriormente i toni delle avventure di Batman, inoltre negli anni Cinquanta gli editori devono sottostare a un rigido codice di autoregolamentazione, il cosiddetto Comics Code Authority, per non incappare nelle ire dei benpensanti convinti che i fumetti abbiano influenze nefaste sui giovani. Le atmosfere cupe sono dunque ormai un ricordo quando nel 1966 esplode la Bat-mania grazie a una fortunata serie televisiva con protagonista il sorridente Adam West. Molti lettori ricorderanno la buffa colonna sonora e l’uso di scritte onomatopeiche (sock, bang, crash…) che compaiono sullo schermo durante le scazzottate. È il trionfo del kitsch, un teatrino dell’assurdo che rischia però di affossare il personaggio – ormai in piena crisi di identità – sulla carta stampata. Fortunatamente entrano in scena lo scrittore Danny O’Neil e il disegnatore Neal Adams, autori di storie che segnano un ritorno alle origini e rilanciano le vendite degli albi a fumetti.
L’Uomo Pipistrello ricopre come in passato il ruolo dell’eroe notturno e inquieto alle prese con avversari spietati e tormentati. Tra questi spiccano senza dubbio Joker, caratterizzato come un clown folle e imprevedibile, capace di uccidere gli avversari con spietata freddezza; e il nuovo villain Ra’s Al Ghul, un terrorista internazionale che nel tempo diventa uno dei più formidabili antagonisti di Batman. Le trame sono realistiche e c’è grande attenzione alla psicologia dei personaggi; i disegni, potenti e ricchi di pathos, esaltano le anatomie e propongono scene di grande dinamismo. Viene tracciata la linea del Batman del futuro.
Ma negli anni Ottanta c’è una nuova crisi di vendite, e la DC è intenzionata a chiudere la testata. Frank Miller, che da tempo sta pensando a come reinventare l’Uomo Pipistrello, è l’ultima carta da giocare. Ed è quella vincente. A un incontro con gli editor DC spiega la sua idea: «Voglio farlo ritornare come se fosse in pensione, come se fosse vecchio e irritabile, e mettergli dentro un po’ di Clint Eastwood».
Nasce così “Il ritorno del Cavaliere Oscuro”, storia in quattro albi che nel 1986 rivoluziona il mondo dei supereroi insieme al coevo “Watchmen” di Alan Moore e Dave Gibbons (e non dimentichiamo che lo stesso anno esce “Maus” di Art Spiegelman!). Il fumetto di genere, tradizionalmente concepito per essere un prodotto di consumo e considerato forma narrativa di secondo piano, dimostra di poter raggiungere lo status di opera d’arte letteraria grazie a una scrittura sofisticata e all’alta qualità artistica del disegno.
Il Bruce Wayne di Miller è un uomo invecchiato, che ha smesso i panni di supereroe dalla morte di Robin, avvenuta 10 anni prima. L’ondata di criminalità che sta travolgendo Gotham City e la scarcerazione del malvagio Due Facce lo convincono a riprendere la lotta contro il male, coadiuvato da un nuovo Robin, una giovane ragazza. I colpi di scena si susseguono fino alla resa dei conti con il Joker e a uno scontro epocale con Superman. Zack Snyder, regista di “Batman vs Superman: Dawn of Justice”, ha citato queste pagine come fonte di ispirazione per il suo film.
La trama si svolge in un contesto realistico e cupo, opprimente, e Batman è un giustiziere violento e arrabbiato, tanto che per alcuni quest’opera ha inaugurato un periodo definito dark age of comics, e ha aperto la strada alla rappresentazione di Tim Burton dell’Uomo Pipistrello nella sua pellicola del 1989, oltre a dare spunti alla trilogia di Christopher Nolan.
Nonostante la lunga schiera di ottimi scrittori e disegnatori che hanno prestato idee e matite al personaggio nel corso degli ultimi decenni, è indubbio il contributo fondamentale dato dal grande schermo alla creazione dell’icona Batman e alla diffusione delle sue gesta in un pubblico molto più ampio dei lettori di fumetti. Le due pellicole del visionario Tim Burton furono campioni di incassi scatenando una nuova Batmania e affermando l’immagine di eroe cupo, lacerato nell’anima e assetato di giustizia. Dopo i trascurabili successivi film di Joel Schumacher, poco apprezzati dalla critica ma con un discreto successo commerciale grazie ai cast ricchi di star, è Christopher Nolan a rifondare il mito dell’eroe consacrandolo Cavaliere Oscuro a tutti gli effetti. E poi la serie tv “Gotham”, il Lego Movie, lo spin-off “Joker” Leone d’Oro a Venezia, l’atteso titolo “The Batman”, previsto in sala nel 2021.
Ciò che da sempre affascina del Cavaliere Oscuro è il suo essere un antieroe ricco di sfaccettature, che la rabbia e la sete di vendetta spingono a diventare paladino della giustizia facendo ricorso a metodi che la travalicano; un uomo che basa la propria forza su di un grande trauma e sulle paure dell’avversario, camminando in bilico tra la normalità di Bruce Wayne e la follia degli avversari. Prepariamoci ad altri 80 anni di Uomo Pipistrello.
Buon compleanno Batman!
L'autore
- Andrea Brusoni è un ex giovane provenzalista con un passato di cantante in una punk band di provincia. Collabora da sempre con il Centro Fumetto "Andrea Pazienza" di Cremona, ama viaggiare e alle soglie dei 50 anni ha cambiato vita per dedicarsi all'insegnamento. Ogni tanto scrive
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