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Un nuovo sguardo sull’iper-contemporaneo: nasce la rivista “Polisemie”

La rivista Polisemie (www.polisemie.it ) nasce dall’iniziativa di giovani ricercatori e studenti della Sapienza di Roma, dell’Università di Siena, di Bologna e di Cambridge, per approfondire lo studio della poesia contemporanea in Italia e fuori.

Polisemie nasce dalla volontà di capire il presente, nelle sue forme che a priori non possono che apparire irriducibilmente caotiche, con l’obiettivo a lungo termine di tracciare i contorni del fenomeno della scrittura poetica in un sistema ordinato – anche se provvisorio e parziale.

Il progetto si propone di leggere con la stessa attenzione gli autori di quello che si delinea come un canone degli anni duemila e quelli il cui nome è ancora sconosciuto, allo scopo di farne materia di studio accademico. Di fatto, descrivere e comprendere fenomeni complessi è compito della scienza, sia pure essa scienza letteraria, senza eccezione per il fenomeno della poesia del presente. Sebbene la scienza letteraria sia incardinata, nella sua più ampia applicazione, fra le scienze storiche, essa non è per questo ontologicamente tale. La ricerca legata alla rivista Polisemie si propone come ricerca sul campo, in quanto unico metodo di analizzare un organismo che non abbia concluso il suo ciclo vitale e il cui inalienabile valore come oggetto di studio è legato proprio a tale vitalità. In un’epoca in cui il prestigio legato alla scrittura poetica segue una direttrice più negativa che in nessun altro tempo, offrire una riflessione di carattere scientifico è un contributo significativo da una parte per riaffermare la dignità letteraria della scrittura in versi, dall’altra per riaffermare la capacità della ricerca letteraria di avere un contatto e un impatto sulla società e sulla realtà attuale.

Chi si occupa, ad esempio, di letteratura medievale, spesso sopperisce al desiderio di interrogare l’autore di cui si sta occupando in quel momento (anonimo, semisconosciuto, o comunque infallibilmente deceduto da vari secoli) con vaste bibliografie e non tralascia nessuna fonte che possa offrire anche il minimo indizio sul poeta o sull’opera. La ricerca che porta sul presente pone condizioni opposte: non ci sono bibliografie a incamminarci, se non anch’esse esplorative. Il poeta, al contrario, è vivo e può rispondere. Il dialogo si pone allora come prima fonte utile a tracciare una mappa per la ricerca. A questo scopo, per quanto possibile, gli articoli della rivista sono accompagnati da interviste, che vanno considerate come un valore aggiunto al contributo scientifico. Sebbene l’oggetto di studio dovrebbe restare sterile e distaccato dall’osservatore, da cui è necessariamente influenzato, una critica che sceglie di tralasciare alcune fonti ancor prima di consultarle rischia di perdere risultati importanti. Far finta che il testo non abbia autore vuol dire rinunciare alla propria incapacità di discriminare tra autore e testo. In quanto “prima persona informata sui fatti”, l’autore è un testimone che non può essere ignorato e, direttamente e indirettamente, è un tassello importante nella formazione dell’interpretazione critica. Questo aspetto, che potrà risultare banale, ma di cui molti riconosceranno l’innovazione metodologica, è centrale in un’inchiesta su materiale inedito, che rischia di essere mal interpretato se sottoposto a categorie ad esso non applicabili.

Infine, per la sua maggiore fruibilità, la registrazione di un’intervista può aspirare a coinvolgere un maggior numero di lettori e contribuire così a un circuito virtuoso di comprensione e lettura.

La rivista è il cardine dell’iniziativa e il primo fascicolo uscirà nel 2019. Attorno ad essa, la redazione di Polisemie ha realizzato eventi dedicati alla poesia del presente, nel tentativo di creare un ponte tra la scrittura accademica e un pubblico più ampio di interessati. Da gennaio a maggio sono stati organizzati sei incontri alla Sapienza di Roma in cui alcuni dei poeti italiani più affermati di oggi sono affiancati da studiosi che di questi poeti propongono una lettura critica. Stefano Dal Bianco ha aperto la serie di seminari con un intervento dal titolo Sul silenzio in poesia. Tommaso Pomilio (Sapienza – Università di Roma) ha affiancato i poeti Gabriele Frasca e Vincenzo Ostuni; Giancarlo Alfano (Università di Napoli Federico II) ha incontrato Guido Mazzoni; Antonella Anedda ha dialogato con Cecilia Bello (Sapienza – Università di Roma); l’ultimo incontro ospiterà Marco Giovenale e Paolo Zublena (Università degli Studi di Genova). Il programma e le registrazioni degli interventi passati sono disponibili online sul sito www.polisemie.it.

A chiudere le attività di quest’anno, il prossimo 24 maggio avrà luogo il primo Festival di poesia iper-contemporanea organizzato da Polisemie, finanziato e ospitato dall’Università di Roma Sapienza: un’intera giornata di poesia e musica in cui interverranno tanti poeti affermati e tantissimi emergenti.

redazione@polisemie.it

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Insula europea