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Dalla “Città che legge” alla lettura dal basso

 

Il 3 dicembre scorso il Centro per il libro e la lettura del Mibac ha comunicato la conclusione della procedura di valutazione delle proposte progettuali inviate dai Comuni interessati a ricevere i contributi messi a disposizione dal bando “Città che legge 2018”.

L’obiettivo dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, è di valorizzare e sostenere il lavoro che le amministrazioni comunali svolgono per favorire la crescita socio-culturale delle comunità urbane, attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.

In questo modo, si cerca di creare una sorta di mobilitazione dal basso, direi quasi “comunitaria”, il cui fine strategico è quello di avvicinare il maggior numero di persone alla lettura, contrastando le tendenza negative che in questo settore così importante e delicato si sono manifestate in questi ultimi anni. Come è noto infatti, l’Italia presenta un significativo e preoccupante ritardo riguardo all’abitudine alla lettura di libri. Secondo le rilevazioni dell’Istat, i “lettori” (cioè le persone con più di sei anni che hanno letto almeno un libro nel corso dell’anno dell’indagine), sono stati nel 2016 il 42,0% (erano il 40,5% nel 2015). Inoltre dati particolarmente negativi – da vera emergenza nazionale – si rilevano al Sud: nelle regioni meridionali la quota di lettori scende al 27,5%. Un fenomeno molto negativo, connesso evidentemente con la capacità di fasce sempre più ampie di cittadini di vivere con consapevolezza le sfide della contemporaneità e dunque, in definitiva, con la qualità della democrazia.

L’iniziativa “Città che legge” ha previsto in primo luogo l’attivazione di un Avviso pubblico finalizzato a selezionare Comuni già dotati di, anche minime, infrastrutture culturali e già in qualche modo impegnati su questi temi. Per il 2018 i Comuni ammessi sono stati 450, così distribuiti per area geografica: 163 al nord, 117 al centro, 130 al sud e 40 nelle isole. La regione con il maggior numero di città ammesse è stata la Puglia, che ne ha 71, seguita dal Veneto con 55, dalla Lombardia con 36 e dal Lazio con 34.

Successivamente, a favore di questi Comuni, inseriti nell’elenco delle “Città che leggono”, è stato attivato un bando, predisposto ai sensi del Decreto Interministeriale del 3 maggio 2018, riguardante le “Modalità di riparto del Fondo per la promozione del libro e della lettura”, istituito dalla Legge di Stabilità 2018, che ha stanziato per la prima volta 4 milioni di euro all’anno per questo genere di attività.

Alla base dei criteri di selezione dei progetti stanno alcune caratteristiche virtuose che dovrebbe avere una “Città che legge”.

In primo luogo, la Città che legge non può prescindere dall’esistenza di strutture deputate alla lettura quali in particolare biblioteche, librerie e scuole. È necessario, inoltre, che queste strutture siano portatrici di progetti educativi che permettano la creazione di “capacità” e benessere nella comunità.

La Città che legge deve inoltre dar vita a una rete di rapporti che colleghi tutti i soggetti attivi nel territorio (istituzioni, enti pubblici, agenzie educative, soggetti non profit e profit) e che, grazie ad una prassi di collaborazione continuativa, renda la lettura un’abitudine sociale diffusa, nonché, coinvolgendo soggetti e categorie più svantaggiati e normalmente esclusi dalla partecipazione culturale, strumento di inclusione sociale. Questa rete diffusa si formalizza in un “Patto locale per la lettura” in cui vengono concordate le modalità della collaborazione e il programma degli interventi da attuare.

Lo scopo finale dell’iniziativa è dunque di stimolare le amministrazioni comunali a diventare riferimento per attività permanenti di promozione della lettura da realizzare di concerto con gli attori locali. Solo in questo modo il lavoro dei Comuni può diventare uno strumento per allargare la base dei lettori.

In base a questi principi ispiratori, sono stati individuati per il 2018 da una Commissione di esperti appositamente nominata dal Cepell 25 progetti “esemplari”, che prevedono la realizzazione di attività integrate di promozione della lettura, a forte caratterizzazione sociale, in collaborazione fra le biblioteche comunali e gli altri soggetti operanti sul territorio, da promuovere e sostenere con il finanziamento economico del Centro allo scopo di creare un ecosistema locale favorevole alla lettura.

I Comuni finanziati, divisi in sezioni in base al numero di abitanti, sono:

fino a 5.000 abitanti (finanziamento di € 10.000): Salve (Le), Caprarica di Lecce (Le), Carpignano Salentino (Le), San Giorgio Albanese (Cs), Ospedaletti (Im)

da 5.001 a 15.000 (€ 20.000): Corsano (Le), Duino Aurisina (Ts), Aradeo (Le), Levanto (Sp), Torri di Quartesolo (Vi)

da 15.001 a 50.000 (€ 30.000): Roseto degli Abruzzi (Te), San Martino Buon Albergo (Vr), Cerveteri (Rm), Ruvo di Puglia (Ba), Spoleto (Pg), Rozzano (Mi)

da 50.001 a 10.000 (€ 50.000): Lecce, Treviso, Pistoia, Fano (Pu), Pesaro.

sopra ai 10.001 (€ 80.000): Piacenza, Bari, Bologna, Milano.

La sperimentazione di un simile modello di intervento, costruito, per la prima volta, proponendo un coordinamento tra governo centrale e amministrazioni comunali, è risultata ampiamente positiva: dei 450 Comuni che sono entrati a far parte delle rete, ben 253 hanno partecipato ai bandi. Guardando alle proposte dei Comuni vincitori, si rilevano una vivacità culturale, un impegno e una sensibilità non scontati. In particolare, appare significativo che anche le aree tradizionalmente più deboli rispetto al tema della lettura siano riuscite a costruire progetti solidi e innovativi.

Questa prima esperienza ha dunque dimostrato che “La Città che legge” è una iniziativa importante, in grado – nonostante le risorse a disposizione, comunque ancora insufficienti – di attivare e rafforzare le reti locali che favoriscono la lettura. Una valutazione più ponderata sulla sua effettiva efficacia, in particolare per quanto riguarda la capacità di “recuperare” i lettori e i non lettori – che è la vera emergenza in questo settore così strategico – si potrà fare in seguito ai primi anni di utilizzo del Fondo, quando un numero significativo di progetti saranno stati attivati e conclusi.

I dettagli delle graduatorie definitive, con i punteggi attribuiti, si possono leggere qui: http://www.cepell.it/it/on-line-le-graduatorie-definitive-del-bando-citta-che-legge-2018/

Maggiori informazioni sul progetto “Città che legge” si possono trovare a questo indirizzo: http://lnx.vincenzosantoro.it/2018/07/25/citta-che-legge-pubblicato-il-bando-2018-per-la-realizzazione-di-attivita-integrate-per-la-promozione-del-libro-e-della-lettura/

L’elenco completo dei Comuni che hanno i requisiti di “Città che legge” si può consultare a questo link: http://www.cepell.it/it/qualifica-citta-che-legge-2018-2019-on-line-gli-elenchi-dei-comuni-ammessi/

L'autore

Santoro Vincenzo
Santoro Vincenzo
Vincenzo Santoro è nato ad Alessano (Le) il primo febbraio 1970. Nel corso dell’esperienza universitaria a Pisa, partecipa al movimento studentesco “La Pantera” e comincia un percorso di lavoro e approfondimento sui temi della rappresentanza studentesca e del diritto allo studio, che in seguito svilupperà collaborando alla fondazione del sindacato studentesco Unione degli Universitari (in cui farà parte del primo esecutivo nazionale, dal 1994 al 1997) e poi come collaboratore del Ministero dell’Università (dal 1998 al 2001). Eletto nel consiglio comunale del suo comune (Alessano, Lecce), svolgerà l’incarico di consigliere delegato alla cultura dal 1997 al 2000.Parallelamente, svilupperà un’attenzione ai temi delle culture e delle musiche tradizionali (con particolare riferimento alla sua terra di origine, il Salento), contribuendo a numerosi progetti culturali e realizzando diverse pubblicazioni, fra cui Il Ritmo meridiano. La pizzica e le identità danzanti del Salento (2002) e Il Salento Levantino. Memoria e racconto del tabacco a Tricase e in Terra d’Otranto ( 2005), insieme a Sergio Torsello, Il ritorno della taranta. Storia della rinascita della musica popolare salentina (2009), Odino nelle terre del rimorso. Eugenio Barba e l’Odin Teatret in Sardegna e Salento, 1973-1975 (2017), Rito e passione. Conversazioni intorno alla musica popolare salentina (2019), Il ballo della pizzica-pizzica, con Franca Tarantino, 2019).Altra pubblicazione importante da lui curata è Manifesto di Pace (2002) raccolta degli articoli scritti per il quotidiano il manifesto dal 1990 al 1992 da Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e esponente importante del movimento per la pace.Dal 2004 lavora presso l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, dove attualmente è responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo.Nel 2015, con Antonella Agnoli, ha curato la pubblicazione di Un viaggio fra le biblioteche italiane, volume che riassume i risultati di una ricerca condotta in quaranta biblioteche “di base” distribuite su cinque province e una regione, per conto del Centro per il libro e la lettura del Mibact.Di recente (2021) per l'editore Itinerarti ha pubblicato il volume Il tarantismo mediterraneo. Una cartografia culturale e curato la raccolta di saggi Percorsi del tarantismo mediterraneo.