Considerato il racconto più intenso e problematico di Dostoevskij, “La mite” ha fatto e continua a far scrivere senza posa di sé. Meno noto, o quantomeno per lo più consegnato alla storia del cinema, è il film che ne trasse Robert Bresson. Regista sperimentale e “difficile”, venerato dai cinefili e mal tollerato dal grande pubblico, in Così bella, così dolce (1969), Bresson tenta una lettura del racconto che è tanto minimale nello stile quanto profonda e labirintica nella sostanza, dimostrando come la settima arte possa leggere alio modo, senza stravolgerne il significato, un capolavoro della letteratura planetaria.
L'autore
- Luigi Cimmino insegna Gnoseologia delle Scienze Umane, Filosofia della Mente e Paradigmi Etici all'università di Perugia. Monografie recenti: Tempo ed esperienza. Intenzionalità, azione, filosofie del tempo, Aguaplano, Perugia 2020; Introduzione all'epistemologia della mente, Rubbettino, Soveria Mannelli 2012. In uscita, per la fine del 2023, Paradigmi etici, Aguaplano.
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