Il “razzismo alla brasiliana” è un fenomeno di pregiudizio strutturato nei confronti degli afrodiscendenti che popolano il Brasile, provocato dagli influssi dell’antico schiavismo sull’attuale economia capitalista dipendente. In questo contesto, le donne nere si vedono vittime di un doppio pregiudizio, etnico e di genere, che le opprime cumulativamente e le relega alla base della piramide sociale: se, a partire dagli anni settanta del Novecento, prendono piede i movimenti afrobrasiliano e femminista, le donne nere non riescono a beneficiare dei passi avanti effettuati né dalla minoranza femminile, all’interno della quale sono vittime di razzismo, né da quella nera, in cui sono comunque declassificate perché donne. Gli avvicendamenti sociali si riflettono nelle produzioni culturali, come la letteratura. Nel 1986, in occasione del II Incontro Nazionale di Scrittori Afrobrasiliani, uno dei congressisti avanza la proposta di eleggere una sola scrittrice che parli a nome di tutte, per risparmiare tempo. È allora che si fa urgente la necessità di esplicitare un genere letterario che sia espressivamente afrobrasiliano e femminile, per praticare la resistenza sociale, culturale e politica della donna nera brasiliana: il mezzo che si dimostrerà più adatto a tale scopo comunicativo sarà la poesia.
Maristella Petti, La resistenza nella poesia nera femminile brasiliana contemporanea, Roma, Sensibili alle foglie, 2018.
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