Il premio Repsol per la Narrativa Breve è stato assegnato nel 2013 a un’autrice giovane ma esperta, sia in prosa sia in poesia, che sicuramente farà parlare molto di sé nel prossimo futuro. Quando Emma Olsen, scrittrice nordamericana in parte ispirata ad Ann Sexton, scopre che le restano pochi mesi di vita, decide di lasciare in eredità sotto forma di romanzo la sua storia personale e intima, il terribile segreto su cui costruì il suo personaggio pubblico e privato. Per tale motivo si risale all’infanzia e alla prima giovinezza da lei trascorse nel suo paese, Faith, nel Midwest statunitense. Fare i conti con se stessa significa fare i conti con gli altri e con un luogo; mettere il dito nella ferita nascosta per portare alla luce la miseria collettiva. Lo spazio nordamericano, benché sia uno spazio a noi estraneo, funziona come un “non luogo” mitico dove il lettore può collocare il peso degli occhi censorii, i dettami della comunità che decide cosa rimane sotto il tappeto e cosa vuole mostrare. Di fronte all’imminenza della morte si valuta l’iniziazione all’amore e all’amicizia, ma mettendo in rilievo la fragilità dei limiti che separano la devozione dalla crudeltà, il dominio dalla necessità, la manipolazione dalla dedizione assoluta. Attraverso la relazione tra la protagonista e la sua vicina e compagna di giochi, Clarissa, ci addentriamo nell’ambiguità dei sentimenti, soprattutto quando si provano per la prima volta, nei quali si attenuano i confini tra vittime e carnefici e che conducono alla follia. Il fatto che l’amicizia sia tra due ragazze adolescenti, all’emergere della sensualità e dell’erotismo, aggiunge forza al racconto e profondità alla riflessione sulle costruzioni dell’ “io”. Risalta il tono confessionale e la bellezza con cui la memoria, pur sapendosi alla fine, volge lo sguardo all’indietro. Gli anni non cancellano l’innocenza con cui si affrontano le paure della gioventù, l’abbandono e la colpa. Nemmeno la certezza di sapere che non si fu in grado di leggere le premonizioni, il che risulta ancor più drammatico essendo la protagonista una creatrice di finzioni. Questo è un romanzo che mantiene alta la tensione sino alla fine per catturare il lettore nelle giravolte sorprendenti di una tragedia annunciata, ma inevitabile. Ci sono magnetismi a cui non si può fuggire: né a quelli di certe persone, né a quelli di certi luoghi, né a quelli di certi sguardi. Tutto questo si salda nella prospettiva serena e senza pregiudizi da cui si narra, che corrisponde a quella di chi ormai non ha nulla da perdere, neanche nella vendetta.
Lingua originale:Galego
Sito casa editrice: www.editorialgalaxia.es
Inma Otero Varela: oterovarela@gmail.com
Rachele Fassanelli (Traduttrice): r.fassanelli@gmail.com
L'autore
- Inma Otero Varela (Carral, 1976) è attualmente professoressa di Lingua e letteratura galega nelle scuole superiori. È stata lettrice di galego nell’Università “La Sapienza” di Roma dal 2003 al 2008. Collabora come critico letterario in “Grial” e “Novas do Eixo Atlántico*. Ha pubblicato studi sulla narrativa galega in svariati volumi e riviste scientifiche (“Critica del Testo”, “Anuario de Estudos Literarios Galegos”, “Boletín Galego de Literatura).
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