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Begonya Pozo, Novunque (vertebre romane), Madrid, Amargord, 2015.

“Solo ora credo / di aver capito il vero / senso, amore: // quando tutto è ricolmo / e nulla basta però.” Questo è uno dei trentatre tanka – un tipo di poesia tradizionale giapponese – che vertebrano in maniera diafana e puntuale il dialogo amoroso di un soggiorno romano vissuto dall’autrice nel 2010. Begonya Pozo, scrittrice plurilingue che fa parte della “Compagnia delle Poete”, cammina e intesse i fili di visioni e sensazioni che mettono in contatto gli spazi interni ed esterni di quest’esperienza e, allo stesso tempo, svelano il pensiero “dietro le serrande / che nascondono vite”. Sono parole che non garantiscono nessuna “salvezza dovuta”, ma offrono la sincerità delle “ossa croccanti” della scrittura. Il neologismo del titolo rimanda immediatamente al transito fisico e culturale presente nel libro, che si concretizza non solo nella lingua altra utilizzata dalla poeta, l’italiano, ma nel progetto multilingue che lo vincola allo spazio iberico. Accompagnato dalle illustrazioni di Agnes Daroca, Novunque, infatti, si può leggere simultaneamente in italiano, spagnolo, catalano, basco, galego e portoghese, grazie al contributo di altri scrittori e traduttori appartenenti alle due penisole.

Lingua originale: Italiano
Sito casa editrice: http://amargordediciones.es/producto/novunque-vertebre-romane-begonya-pozo/
Begonya Pozo: http://begonyapozo.blogspot.com/

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