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Anxos Sumai, A lúa da colleita, Galaxia, 2013

Il romanzo ha già vinto i premi García Barros, il Premio da Crítica e il Premio da Asociación de Escritores en Lingua Galega, vale a dire tre dei più importanti premi della narrativa galega. Basta questo a farci capire il valore del testo. Nuria torna nella città sul mare nella quale ha trascorso la sua infanzia e dove ha sofferto un evento traumatico che non viene specificato se non nel finale. Qui cerca di ricostruire la sua memoria e la sua identità, concetti sempre paralleli, specie quando l’io ha bisogno di ricostruirsi ex novo. Tutta la ricostruzione è soggettiva e la personalità, intesa come finzione, anche. Quando inoltre si tratta di un “io” problematico, i meccanismi di creazione dell’individuo risultano molto più espliciti: mostrano infatti più chiaramente le strategie a cui ricorriamo.

In questo senso il non convenzionale risulta più trasparente e utile. La contraddizione e il dualismo articolano il discorso. Il lettore deve ricostruire Nuria allo stesso tempo in cui è lei a farlo, così come lo fanno gli altri personaggi che assumono il suo punto di vista, mentre ci si svelano i loro pensieri interiori. Man mano che ricostruiamo la protagonista, ci domandiamo quale sia il confine tra il bene e il male, tra la “normalità” psicologica e la malattia, la linearità o la circolarità del tempo o la realtà più immanente e l’immaterialità. Resta anche la problematica di costruirsi come donna in una società che ancora vuole imporre modelli troppo inflessibili. Questa tematica tanto profonda, della reale possibilità di stabilità in un mezzo basato sull’inconsistenza, si manifesta attraverso un linguaggio apparentemente semplice, dove le frasi sono piane ma intendono trasmettere tramite una simbologia molto elaborata un’atmosfera totalmente personale e inquietante.

In questo romanzo convivono intelligenza e sentimento: la sua lettura smuove le nostre convinzioni più solide ma anche il nostro universo emozionale. La coniugazione di questi due obiettivi ci apre uno squarcio molto attuale sulla centralità dell’io e sulla plasticità delle immagini, che raccoglie il meglio della tradizione artistica che cerca di lasciare un’impronta trasformatrice.

Traduzione di Maria Valeria Salinas Soria

Lingua originale: galego
Casa editrice: Galaxia (www.editorialgalaxia.es)
Inma Otero Varela: oterovarela@gmail.com

L'autore

Inma Otero Varela
Inma Otero Varela
Inma Otero Varela (Carral, 1976) è attualmente professoressa di Lingua e letteratura galega nelle scuole superiori. È stata lettrice di galego nell’Università “La Sapienza” di Roma dal 2003 al 2008. Collabora come critico letterario in “Grial” e “Novas do Eixo Atlántico*. Ha pubblicato studi sulla narrativa galega in svariati volumi e riviste scientifiche (“Critica del Testo”, “Anuario de Estudos Literarios Galegos”, “Boletín Galego de Literatura).