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Voi che correte sì per l’aura fosca… Maratona infernale. Valentino Della Casa intervista Donato Pirovano

 

 

 

 

Donato Pirovano (Como, 17 febbraio 1964) è professore ordinario di Filologia e critica dantesca presso l’Università degli Studi di Torino ed è membro del collegio dei docenti del Dottorato in «Linguistica Storica, Linguistica Educativa e Italianistica. L’Italiano, le altre Lingue e Culture» presso l’Università per Stranieri di Siena. Dal 2005 al 2012 ha insegnato presso l’Università degli Studi del Molise. In questi anni di attività accademica ha tenuto lezioni, e in particolare letture dantesche, in diverse sedi italiane (Siena, Macerata, Milano, Perugia, Firenze, Bergamo, Lecce, Trieste, Padova, Brescia, Ravenna, Catania, Pavia, Como) e straniere (New York, Los Angeles, Parigi, Lione, Aix en Provence, Nancy, Brno, Olomouc). Codirige, dal primo fascicolo 2016, la «Rivista di Studi Danteschi» ed è membro dell’International Advisory Board di «Dante studies» (dal 2015).

 

Ha pubblicato edizioni di testi novellistici cinquecenteschi – Le piacevoli notti di Giovan Francesco Straparola (Roma, Salerno Editrice, 2000), I diporti di Girolamo Parabosco e La Fonte del diporto di Gherardo Borgogni (Roma, Salerno Editrice, 2005) – e ha curato nel 2006 l’edizione critica della Commedia con la Nova esposizione di Alessandro Vellutello nell’ambito dell’«Edizione nazionale dei commenti danteschi», edita dal Centro Pio Rajna di Roma. Ha studiato la poesia delle origini e in particolare il Dolce stil novo, di cui ha pubblicato un’antologia integrale (Roma, Salerno Editrice, 2012) e una monografia (Roma, Salerno Editrice, 2014). Ha curato nel 2015 la nuova edizione criticamente rivista e commentata della Vita nuova di Dante Alighieri nell’àmbito della Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante (NECOD, vol. 1 tomo 1). Con l’astrofisico Attilio Ferrari ha scritto il libro Dante e le stelle (Roma, Salerno Editrice, 2015). Ha ideato e organizzato presso la Biblioteca Reale di Torino la mostra Più splendon le carte: manoscritti, libri, documenti, biblioteche. Dante “dal tempo all’etterno” (2016).

Il 29 settembre 2017 a partire dalle ore 16.30 a Torino presso lo Spazio espositivo del Palazzo della Regione (Piazza Castello) si svolgerà «Voi che correte sì per l’aura fosca – Maratona infernale». Trentaquattro “lettori-maratoneti” leggeranno senza soluzione di continuità tutto l’Inferno. Nella maratona – organizzata all’interno degli eventi della Notte dei Ricercatori 2017 – saranno coinvolti come protagonisti studenti e docenti dell’Università di Torino. Canto dopo canto, come in una vera e propria lunga corsa, trentaquattro “maratoneti”, con la loro voce, ridaranno vita ai 4720 versi della prima cantica, trascinando il pubblico nella voragine infernale, finché verso le 23 si uscirà “a riveder le stelle”. Referente scientifico è Donato Pirovano, docente di Filologia e critica dantesca presso l’Ateneo torinese.

Come è nata l’idea, e con quali scopi?

Lo spunto iniziale non è mio, ma di Silvia Barbin, una giovane e brava attrice dilettante con cui ho avuto il piacere di collaborare da alcuni anni nell’organizzazione di eventi danteschi a Torino. Silvia mi ha lanciato l’idea di leggere tutta la Divina Commedia, coinvolgendo 100 lettori. Mi sono innamorato di questo progetto e insieme abbiamo deciso di avvicinarci per gradi. Per tre anni consecutivi leggeremo singolarmente le tre cantiche. Poi in occasione del centenario del 2021 proveremo la “corsa lunga”, la vera Maratona. Per leggere una cantica, infatti, occorrono almeno sei ore e dunque per tutta la Divina Commedia occorrerà quasi un giorno intero. Questo progetto dantesco – inedito per Torino e con pochi esempi nel mondo – si inserisce quest’anno nell’ambito della Notte dei Ricercatori 2017, con l’intento di “mettere in piazza” il fascino dei versi immortali della Commedia e dunque di far riscoprire la grandezza del poeta più importante della letteratura italiana e uno dei più grandi della letteratura di ogni luogo e ogni tempo.

Perché nella Notte dei Ricercatori proprio Dante?

Volevo per questa prima edizione un evento di piazza e mi è sembrato che la Notte dei Ricercatori fosse la cornice ideale. È un’iniziativa di ampio respiro promossa dalla Commissione Europea fin dal 2005 che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei.
Come spiega il sito http://www.nottedeiricercatori.it/ l’obiettivo è quello di creare occasioni di incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante. Gli eventi, infatti, comprendono esperimenti e dimostrazioni scientifiche dal vivo, mostre e visite guidate, conferenze e seminari divulgativi, spettacoli e concerti. L’Italia ha aderito da subito alla proposta con una molteplicità di progetti che ne fanno tradizionalmente uno dei paesi europei con il maggior numero di eventi sparsi sul territorio. Per il 2017 la Notte dei Ricercatori coinvolge in Italia 6 progetti per un totale di 52 città, tra cui appunto Torino. Da quando insegno a Torino (2012) i miei corsi danteschi hanno sempre avuto successo e dunque ho deciso di “portare in piazza” i versi di Dante per coinvolgere oltre agli studenti universitari anche un più largo pubblico cittadino.

Per l’Università di Torino Dante sta diventando ormai un ospite fisso. Come mai continua a riscuotere ancora tanto successo anche nei più giovani?

Il merito è a mio giudizio della bellezza immortale della poesia dantesca. Sono i miei studenti i motori delle iniziative dantesche torinesi. Prima hanno organizzato cicli di letture dantesche in cui professori di varie università (italiane e straniere) sono venuti a Torino a commentare alcuni canti della Divina Commedia. Siamo alla quarta edizione e quest’anno ci occuperemo di nuovo del Purgatorio. Gli organizzatori sono tutti miei studenti, in una felice staffetta, perché gli organizzatori della prima edizione ora sono tutti laureati. I più giovani che ancora studiano nei corsi triennali o magistrali hanno preso il posto dei primi. Si sono dati anche un nome dantesco Per correr miglior acque e hanno una pagina Facebook dove pubblicizzano le loro iniziative https://it-it.facebook.com/pcmadante/ : è seguita da più di 1000 persone.

Con loro ho anche organizzato seminari di studio, conferenze e, soprattutto, nella splendida cornice della Biblioteca reale di Torino, una mostra di manoscritti e stampe dantesche che abbiamo chiamato Più splendon le carte, un’esposizione straordinaria per la presenza di manoscritti antichissimi e famosissimi, la quale ha riscosso molto successo di pubblico e di critica e che è stata insignita della Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica italiana.

Cosa ancora si può fare per promuovere la conoscenza di Dante non solo tra studenti o specialisti del settore? 

Si è fatto tanto (si pensi al successo di Benigni) e tanto si sta organizzando in vista del settimo centenario della morte che avverrà nel 2021 e che, sono sicuro, sarà celebrato in tutto il mondo: Dante non ha confini! La poesia di Dante è difficile, ma è talmente bella che affascina. Basta entrarci con le chiavi giuste. Penso anche a recenti libri come quello di Marco Santagata che racconta tutta la Divina Commedia, in una sorta di guida al poema. Magari si parte da lì e poi ci si avvicina progressivamente a quei versi immortali. Del resto Dante è sempre stato un autore popolare e so di persone che, pur non avendo una cultura specialistica, conoscono la Divina Commedia a memoria.

Quanto è importante che in un evento come la Notte dei Ricercatori rientrino anche le materie umanistiche?

Decisivo. La ricerca umanistica se svolta con metodi e serietà è ricerca tout court, che non ha nulla da invidiare alle più blasonate – e vantaggiate in termini di investimenti economici – discipline scientifiche. Dante stesso, del resto, nella Divina Commedia e anche nel Convivio ci insegna che il vero sapere non è dipartimentale ma universale. In questi anni ho organizzato con alcuni colleghi convegni interdisciplinari in cui hanno dialogato studiosi di discipline diverse, delle scienze cosiddette umane e delle scienze cosiddette dure. L’anno scorso abbiamo dialogato sulle stelle e quest’anno sull’acqua. Io stesso ho scritto un libro con un famoso astrofisico, il professor Attilio Ferrari, emerito dell’Università di Torino, Accademico delle Scienze e Presidente del Planetario Infini.TO.

Come si intitola?

Non posso smentirmi. Si intitola Dante e le stelle.

 

 

L'autore

Valentino Della Casa
Valentino Della Casa
Nato a Milano, si è trasferito a Torino per gli studi universitari, dove ha conseguito la Laurea in Lettere Triennale e Magistrale. È attualmente Dottorando presso l’Università per Stranieri di Siena, con un progetto sull’edizione critica al commento della Divina Commedia di Giuseppe Lando Passerini. Divide la sua passione per la letteratura con quella per il giornalismo sportivo: nel 2012 ha fondato il giornale online www.toro.it, di cui è attualmente vicedirettore. Collabora anche per il giornale La Repubblica, nelle pagine locali torinesi.