La figura di Eugenio Morreale, diplomatico e giornalista, è nota essenzialmente per il suo tentativo di ostacolare l’Anschluss durante la sua permanenza in Austria, nonché per il suo incarico di Rappresentante in Spagna della Repubblica Sociale Italiana dal dicembre del 1943 alla fine del secondo conflitto mondiale. L’occasione per conoscere meglio l’operato di Morreale e per valutarne appieno l’importanza verrà dallo studio delle sue carte che gli eredi hanno deciso di donare da un lato all’Archivio Storico-Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, dall’altro alla Fondazione del Corriere della Sera (la donazione avrà luogo venerdì 19 aprile presso l’Accademia dei Lincei, a seguito della commemorazione della figlia, l’ispanista Margherita Morreale). Da queste carte emergono informazioni inedite dal punto di vista storico non solo sulla sua espulsione da Vienna fortemente voluta dal Reich nazista, ma anche sull’atteggiamento italiano prebellico, come ad esempio le reazioni del Duce e di Ciano al comunicato diramato dai tedeschi dopo i colloqui di Salisburgo dell’agosto del 1939. Novità salienti riguardano anche l’attività giornalistica di Morreale. Come ricorda in alcuni appunti, a lui si deve una delle prime interviste a Hitler apparse in un quotidiano italiano (Come la pensa Hitler, “Popolo d’Italia” 18 maggio 1929), e anche una lucida analisi del partito nazionalsocialista ben prima della sua ascesa al potere (Germania, svegliati! L’adunata degli hitleriani a Norimberga, “Popolo d’Italia” 8 agosto 1929). Morreale inoltre fu con ogni verosimiglianza il primo a dare notizia in Italia dell’Opus Dei. Il 15 maggio 1954, l’allora direttore del “Corriere della Sera”, Mario Missiroli, scrive a Morreale, corrispondente dalla Spagna del pomeridiano “Corriere d’Informazione”, chiedendogli di «spiegare ai nostri lettori che cos’è e quale natura ha l’Opus Dei, organizzazione che, a quanto si dice, è sorta in contrapposto e in rivalità con l’Azione Cattolica». La risposta di Morreale non si fa attendere a lungo e prende la forma dell’articolo intitolato Deciso intervento della Chiesa nelle questioni sociali in Spagna, uscito nel “Corriere d’Informazione” del 4-5 giugno. Secondo la sua definizione: «L’Opus Dei è un Ordine secolare cattolico che in Spagna, dove è nato, si è sviluppato notevolmente nel giro di pochi anni e che per il suo particolare carattere ha alimentato molte leggende al punto d’esser qualificato dai meno benevoli una “massoneria bianca”». Morreale sottolinea come non si tratti affatto di un’organizzazione segreta «è un ordine laico che accoglie persone desiderose di conseguire la perfezione spirituale senza abbandonare l’occupazione che hanno nel mondo. Le opinioni dei suoi, in fatto di politica, di scienza, di economia, sono, naturalmente, consone con la morale cattolica, ma non impegnano in nessun modo l’Ordine». L’articolo sottolinea anche gli effetti del proselitismo negli ambienti intellettuali che «ha determinato nella gioventù universitaria il timore che esso, attraverso l’adempimento del voto di obbedienza e il proselitismo, possa dare origine a discriminazioni nelle competizioni professionali e in definitiva creare uno Stato nello Stato. Un atteggiamento del genere ha fatto nascere apprensione tra i membri dell’Azione Cattolica che, impegnata nell’azione di appoggio al clero per l’apostolato tra le masse operaie, vigila gelosamente sull’unità delle forze e sulla propria indipendenza dal potere politico». Un’analisi chiara e sintetica che illustra bene la lucidità di valutazione di Morreale.
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L'autore
- Carlo Pulsoni è il coordinatore di Insula europea (http://www.insulaeuropea.eu/carlo-pulsoni/).
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