Abstract delle conferenze
Vanni Scheiwiller editore europeo
(Perugia, aprile – giugno 2010)
Scheiwiller fu «l’amico, in verità un po’ troppo generoso, dei poeti». A sostenerlo è Vittorio Sereni, in una lettera a Parronchi del 1955. E le sue parole sono tanto più credibili, se si tiene presente che, tra gli amici dell’editore, Sereni fu certamente uno dei più fedeli e intimi. Il suo contributo ad All’insegna del pesce d’oro è costante nel tempo, e variegato: si manifesta in consulenze (selezione degli autori da promuovere e su cui puntare: Parronchi ad esempio), prefazioni e postfazioni di libri d’arte (La pietà giusta di Silvano Scheiwiller, e La bestia addosso di Franco Francese, entrambi nel ’76) e di poesia (il triestino Malabotta, ma soprattutto Apollinaire e Levania di Solmi), e, naturalmente, pubblicazioni dei propri scritti. Tra questi ultimi, il più importante, è forse il poemetto Un posto di vacanza, poi riedito nel 1981 in Stella variabile. Qui il «paradossale classicismo» di cui Sereni parlò a proposito di Solmi (e proprio nella Postfazione a Levania) trova la sua concreta attuazione: da un lato infatti si registra un legame forte alla tradizione, attraverso il rigore della forma (metatassi, ipotassi), rimandi intertestuali (citazioni da Boccaccio e dal malgascio Jean-Joseph Rabèarivelo, o richiami all’Inferno dantesco), soluzioni retoriche ricercate; insomma si mantiene il “grande stile”; dall’altro lato però questo è intaccato da uno sguardo più attento alla contemporaneità, sia a livello tematico (entrano nella poesia oggetti e situazioni del quotidiano), sia a livello stilistico (uso del dialogato, e paratassi in alcuni passaggi), senza contare l’istituzione di un’io lirico concreto e tangibile, funzionale alla tensione narrativa del testo. Ne viene fuori un modello di poetica del tutto contigua, senza rimuovere le innegabili differenze e individualità, a quella di Sbarbaro, Penna, Montale, Fortini, Luzi: tutti poeti pubblicati da Scheiwiller, proprio con l’intenzione di instituire un canone antilirico, ma non prosastico, della poesia italiana: un canone che non a caso trova in Sereni la sua adeguata rappresentazione.
L'autore
- Massimiliano Tortora insegna Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Torino. È direttore de “L’Ellisse. Studi storici di letteratura italiana” e redattore di “Allegoria”. Coordina con Annalisa Volpone il "Centre for European Modernism Studies". Ha pubblicato saggi e volumi su Svevo, Tozzi, Montale, Bassani, Ungaretti.