Abstract delle conferenze
Vanni Scheiwiller editore europeo
(Perugia, aprile – giugno 2010)
Parafrasando Scheiwiller, «Sbarbaro è stato ed è il poeta principe delle sue edizioni: un poeta e un prosatore tale da giustificare qualsiasi sacrificio perché uno continui a fare l’editore». Sbarbaro è insomma riconosciuto come il più autorevole tra quei «maestri in ombra» colpevolmente trascurati dalla critica, che Scheiwiller, a partire dagli anni Cinquanta, pubblica nella collana di poesia All’insegna del pesce d’oro, con la precisa strategia editoriale di contribuire a stabilire una tradizione “antinovecentesca”, alternativa a quella canonizzata dalla triade Ungaretti-Quasimodo-Montale.
Di contro Scheiwiller è “l’editore” di Sbarbaro: è il curatore dell’edizione ne varietur, nonché l’erede testamentario dei diritti letterari del poeta. A partire dal primo contatto, avvenuto tramite l’importante intermediazione di Mario Costanzo, s’instaura tra i due un rapporto di fiducia esclusiva che porterà Sbarbaro a rinunciare progressivamente alla collaborazione con gli editori-«pesci grandi». Tra il 1954 e il 1973 vengono pubblicate per i tipi Scheiwiller quattordici tra prime edizioni e ristampe di opere sbarbariane. Tra queste, la più significativa è forse la prima: Rimanenze. La raccolta nasce dal recupero dei versi giovanili inediti o editi su riviste di difficile reperibilità, e risponde all’esigenza avvertita tardivamente dal poeta di restituire un’immagine quanto più complessiva – benché mediata da un’accurata selezione e rielaborazione dei versi – della sua opera poetica. «Vuotare il sacco» significa, per citare Sbarbaro, «lasciare/un segno pel mondo che son stato anch’io». Nonostante raccolga versi cronologicamente e tematicamente distanti, Rimanenze si configura come silloge unitaria, portatrice di una poetica in tutto alternativa a quella formulata nella raccolta maggiore Pianissimo, e certo più in linea con le scelte editoriali di Vanni Scheiwiller.
Attraverso l’analisi di Rimanenze e le testimonianze fornite dai carteggi editi si intuisce, pertanto, “quale” Sbarbaro Scheiwiller elegga «principe» del suo «antinovecento»
L'autore
- Chiara Piola Caselli è attualmente ricercatrice presso l’Università degli Studi di Perugia. Ha lavorato a lungo in Francia, insegnando e svolgendo ricerca presso le Università di Poitiers e Grenoble. Si occupa di letteratura italiana tra Sette o Ottocento e di storia della critica letteraria del primo Novecento. Collabora a progetti di ricerca internazionali dedicati alla ricostruzione e digitalizzazione delle biblioteche private d’autore e all’insegnamento delle lingue attraverso il teatro.